Brescia, Strage Piazza della Loggia: ergastolo a Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Luglio 2015 - 21:52| Aggiornato il 23 Luglio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Brescia, Strage Piazza della Loggia: ergastolo a Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte

Brescia, Strage Piazza della Loggia: ergastolo a Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte

MILANO – I giudici della Corte di assise di appello di Milano hanno condannato all’ergastolo l’ex leader veneto di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e l’ex fonte Tritone dei servizi segreti Maurizio Tramonte per la strage di piazza della Loggia a Brescia. Per la prima volta quarantuno anni dopo l’attentato costato la vita a 8 persone e il ferimento di altre 100 si è giunti ad una condanna. Ci sono voluti 15 processi e 5 istruttorie.

Il 14 aprile 2012 Maggi e Tramonte erano stati assolti insieme a Delfo Zorzi, Francesco Delfino e Pino Rauti con formula dubitativa, in forza all’articolo 530 comma 2, quella che un tempo si chiamava insufficienza di prove. Due anni più tardi, però, la Cassazione ha disposto un nuovo processo d’appello solo per Maggi e Tramonte, confermando invece le altre tre assoluzioni.

Per l’accusa Tramonte avrebbe partecipato a tutta la fase di preparazione all’attentato, mentre Maggi, che oggi ha 80 anni, sarebbe stato il mandante.

Dopo la lettura della sentenza i familiari delle vittime presenti in aula sono scoppiati in lacrime. Per il presidente dell’associazione Manlio Milani che quel 28 maggio del 1974 perse sua moglie, si tratta di un “verdetto decisivo per la storia del Paese. Che impone una profondissima riflessione su quegli anni dal ’69 al ’74”.

Cronologia: 41 anni di indagini e processi

Erano le 10.12 del 28 maggio 1974 quando in Piazza della Loggia, a Brescia, cuore del dibattito politico della città, durante una manifestazione antifascista dei sindacati una bomba provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre 100. Da quel giorno, i magistrati bresciani non hanno mai smesso di indagare per individuare la mano che pose l’ordigno e l’ultimo processo, scaturito dalla terza inchiesta, riguarda un gruppo di ex ordinovisti veneti, già coinvolti ma poi usciti di scena nei procedimenti sulle stragi milanesi di piazza Fontana e della Questura, e il generale Francesco Delfino, il primo a indagare sull’eccidio quando era a capo del Nucleo operativo dei carabinieri. Fu proprio Delfino a indirizzare le prime indagini su un gruppo di neofascisti e di balordi bresciani imputati nel primo processo. Queste le tappe giudiziarie.

2 giugno 1979 – I giudici della Corte d’assise di Brescia condannano all’ergastolo Ermanno Buzzi e a dieci anni Angelino Papa mentre assolvono gran parte delle 16 persone incriminate dal pm Francesco Trovato e dal giudice istruttore Domenico Vino o li condannano a pene inferiori ma per detenzione di esplosivi o per altri attentati.

18 aprile 1981 – Buzzi, personaggio in bilico tra criminalità comune e neofascismo, è strangolato dai camerati Mario Tuti e Pierluigi Concutelli nel supercarcere di Novara. I due motivarono l’omicidio con il fatto che Buzzi fosse “pederasta” e confidente dei carabinieri, ma il sospetto è che temessero fosse intenzionato a fare dichiarazioni nell’imminente processo d’appello.

2 marzo 1982 – I giudici della Corte d’assise d’appello di Brescia assolvono tutti gli imputati, compreso Angelino Papa; nelle motivazioni definiranno Buzzi “un cadavere da assolvere”.

30 novembre 1984 – La Cassazione annulla la sentenza di appello e dispone un nuovo processo per Nando Ferrari, Angelino e Raffaele Papa e Marco De Amici.

23 marzo 1984 – Il pm Michele Besson e il giudice istruttore Gian Paolo Zorzi aprono la cosiddetta ‘inchiesta bis’. Imputati i neofascisti Cesare Ferri, il fotomodello Alessandro Stepanoff e Sergio Latini. La nuova pista è aperta dopo le dichiarazioni di alcuni pentiti tra cui Angelo Izzo.

20 aprile 1985 – La Corte d’assise d’appello di Venezia, davanti alla quale è celebrato il nuovo processo di secondo grado, assolve tutti gli imputati del primo processo bresciano.

23 maggio 1987 – I giudici di Brescia assolvono per insufficienza di prove Ferri, Latini e Stepanoff. Ferri e Latini sono assolti anche dall’omicidio di Buzzi che, secondo i pentiti, avrebbero fatto uccidere perché non parlasse.

25 settembre 1987 – La Cassazione conferma la sentenza di assoluzione dei giudici della Corte d’appello di Venezia e pone fine alla prima inchiesta sulla strage.

10 marzo 1989 – La Corte d’assise d’appello di Brescia assolve, questa volta con formula piena, Ferri, Stepanoff e Latini.

13 novembre 1989 – La prima sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Corrado Carnevale, conferma e rende definitive le assoluzioni di Ferri, Stepanoff e Latini. I primi due saranno anche risarciti per la carcerazione subita.

23 maggio 1993 – Il giudice istruttore Gian Paolo Zorzi proscioglie gli ultimi imputati dell’inchiesta bis. Quello stesso anno sarebbe cominciata la terza inchiesta.

16 novembre 2010 – I giudici della Corte d’assise di Brescia assolvono tutti i cinque imputati Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Francesco Delfino e Pino Rauti. L’assoluzione interviene in base all’articolo 530 comma 2 assimilabile alla vecchia insufficienza di prove. Revocata la misura cautelare nei confronti dell’ex ordinovista Delfo Zorzi che vive in Giappone.

14 aprile 2012 – La Corte d’appello di Brescia conferma la sentenza di primo grado mandando assolti i quattro imputati, Zorzi, Maggi, Tramonte e Delfino, per i quali era stato proposto ricorso dalla procura. Dai pm una dichiarazione che, dopo 38 anni, sembra una resa: ”abbiamo fatto tutto il possibile. E’ una vicenda che va affidata alla storia”.

21 febbraio 2014 – La Cassazione stabilisce che un nuovo processo dovrà accertare le responsabilità di due degli imputati che nei processi di primo e secondo grado erano stati assolti: Maurizio Tramonte, un uomo considerato vicino ai servizi, che tanto ha parlato negli anni di eversione e bombe, e Carlo Maria Maggi, ottantenne medico veneziano, all’epoca a capo di Ordine Nuovo nel Veneto. Assolto invece definitivamente Delfo Zorzi.

22 luglio 2015 – La Corte di assise di appello di Milano, nel processo-bis di secondo grado, condanna all’ergastolo Maggi e Tramonte.