Cagliari: protestano i raccoglitori di mirto, vogliono una legge

Pubblicato il 20 Novembre 2009 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA

La guerra del mirto sta per scoppiare in Sardegna. I raccoglitori annunciano di essere pronti alla mobilitazione , ricorrendo anche a manifestazioni di piazza ed allo sciopero, per salvare il proprio lavoro  e difendere una delle attività tradizionali dell’isola.

A meno di due settimane dall’inizio della raccolta delle bacche (il primo conferimento è previsto per il 2 dicembre) che verranno poi utilizzate per ricavare il più famoso dei liquori sardi, gli aderenti all’associazione raccoglitori di mirto e flora spontanea hanno lanciato, dalle pagine del quotidiano L’Unione Sarda, un appello alla Regione perchè venga disciplinata la loro attività.

«E’ ora di fare chiarezza sul nostro lavoro – dice Oscar Cocco presidente dell’associazione – si tratta di un sistema industriale che tutela l’ambiente e che produce un fatturato di 30 milioni di euro all’anno in tutta l’Isola e porta ricchezza alla Regione. Invece – sostiene – le famiglie con bambini ed anziani che effettuano la raccolta, devono fare i conti con controlli spesso troppo autoritari degli agenti del Corpo Forestale, senza però che vi sia una legge che imponga limitazioni alla raccolta. In Europa, invece, esiste un albo di raccoglitori (cosiddetti Pfnl) e in Consiglio regionale è ferma una proposta di legge sulla materia».

In Sardegna, secondo i dati forniti,  i raccoglitori sarebbero un migliaio di cui 108 aderenti all’associazione, che conferisce ogni anno ai trasformatori 400 quintali di bacche di mirto raccolto tra dicembre e gennaio a Monte Arcosu, nel cagliaritano.