Cremona, “non vogliamo i cani”: e i ciechi abbandonano il ristorante

Pubblicato il 6 Febbraio 2011 - 09:08 OLTRE 6 MESI FA

CREMONA – Il titolare del ristorante non voleva far entrare il cane, per questo una comitiva di ciechi ha abbandonato un locale nel centro di Cremona.

L’episodio è stato denunciato da Flavia Tozzi, presidente della sede dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Cremona: ”Prima mi e’ stato detto che il cane non poteva entrare, Che potevo pranzare ma che dovevo lasciarlo fuori. Per una questione di democrazia e di rispetto degli altri avventori che non volevano il cane vicino. Poi, forse quando ha visto che mi sono fatta prendere dalla rabbia e dall’emozione, il titolare mi ha detto che potevamo sistemarci con il cane in una saletta a parte. Io e gli altri non vedenti, nessuno dei quali con il cane, ce ne siamo andati. Lo abbiamo fatto perche’ c’e’ una legge che parla chiaro e va applicata: una norma che permette ai non vedenti di portare con se’ il cane anche nei luoghi pubblici quali, appunto, un ristorante”.

”Avrei potuto chiamare i carabinieri e chiedere loro di sanzionare il ristoratore ma non l’ho fatto – ha aggiunto – A me interessa soprattutto che sia chiaro a tutti cosa dice la legge”. Le norma, da ultimo quella in vigore dal marzo 2006, prevede non solo la possibilita’ di portare il cane guida nel locale, ma anche una sanzione amministrativa per chi non rispetta la legge da 500 a 2.500 euro.

Il fatto e’ accaduto oggi in un ristorante pizzeria del centro di Cremona del quale la stessa Tozzi ha chiesto non venisse divulgato il nome. ”Altre volte – ha detto – sono andata in quel locale con il cane e non c’e’ stato alcun problema. Non credo che ci tornero’. Non capisco cosa sia accaduto. Il titolare ha parlato di democrazia ma non mi risulta che abbia chiesto agli altri clienti se dava fastidio il mio cane, un Labrador che si chiama Wafer e al quale sono, come si puo’ capire, legatissima. Devo anche dire che i cani dei non vedenti sono di solito molto addestrati: se ne stanno sotto il tavolo, vicino alle gambe del padrone e non si muovono”.