Cassazione scagiona padre accusato di abusi dal figlio bugiardo

Pubblicato il 16 Agosto 2010 - 18:15 OLTRE 6 MESI FA

carabinieriDopo un calvario giudiziario durato circa 12 anni – e nato dalle accuse rivoltegli dal figlioletto di tre anni, condizionato dalla conflittualità dei genitori separati e dalla tendenza del piccolo a dire bugie – un padre di 42 anni è stato definitivamente assolto dall’ipotesi di aver abusato del bimbo insegnandogli pratiche erotiche precoci. In primo grado l’uomo, C. L. – al quale dal gennaio 1999 è stato sospeso il diritto di incontrare il bambino – era stato condannato, nel maggio 2005 dal Tribunale di Bologna, a due anni e sei mesi di reclusione e a corrispondere alla ex moglie G. M. una provvisionale di 25 mila euro ed una di 15 mila in favore del minore.

Sul bimbo non sono mai state trovate tracce di violenza di alcun tipo, come hanno confermato oltre alla madre anche i parenti materni più stretti che sentendo i racconti del bambino – a partire dai tre e fino ai cinque anni – si erano insospettiti. A puntare l’indice contro il padre era stata una psicoterapeuta alla quale la madre – anche lei psicologa – si era rivolta perchè preoccupata dai comportamenti del bambino che si toccava il pene dicendo che seguiva l’esempio del papà e che si sfregava contro le bambine che incontrava. In appello l’uomo venne assolto ma, su impugnazione della ex moglie e della Procura di Bologna, la stessa Cassazione – nel 2007 – dispose un nuovo e più approfondito processo.

Nel 2008 l’appello bis ha convalidato l’innocenza del padre con la formula “perchè il fatto non sussiste”, bocciando le perizie svolte sul minore “dirette a indagare i rapporti tra i genitori piuttosto che i comportamenti del bambino”. L’aggressività del piccolo – che soffre anche di un lieve ritardo mentale – e i rapporti esclusivi con la madre ed in suoi parenti, hanno “reso spiegabile” le calunnie nei confronti del padre. Ma la madre e la Procura della Corte di Appello di Bologna hanno, di nuovo, fatto ricorso in Cassazione.

Adesso la Suprema Corte – con la sentenza 31631 – ha detto ‘no’ all’ennesima riapertura delle indagini sul padre, ‘vittima’ di un bimbo con la “tendenza a mentire” anche perchè influenzato dal “rapporto conflittuale” fra i genitori. Per quanto riguarda la precocità del minore, la Cassazione ha confermato la possibilità che certi comportamenti siano stati visti in televisione o appresi dalla frequentazione di altri bambini o fratelli più grandi.