Catania, Barbara Bregamo arrestata: pagò un killer per assassinare il compagno Santo Giuffrida

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Luglio 2017 - 12:41 OLTRE 6 MESI FA
Catania, Barbara Bregamo arrestata: pagò un killer per assassinare il compagno Santo Giuffrida

Catania, Barbara Bregamo arrestata: pagò un killer per assassinare il compagno Santo Giuffrida

CATANIA – Santo Giuffrida è morto per una iniezione letale il 10 dicembre 2002 e a 15 anni di distanza sono finiti in manette la compagna, Barbara Bregamo, e altre 3 persone. L’accusa per la Bregamo è di aver assoldato un killer per assassinare il marito, inscenando un infarto. La donna di Misterbianco, vicino Catania, è stata arrestata la mattina del 12 luglio. A far luce sul’omicidio sono state le dichiarazioni del neo-collaboratore di giustizia Luciano Cavallaro nell’ambito dell’operazione denominata “Circe”.

Oltre che per la donna, posta agli arresti domiciliari perché madre di un bambino minore dei sei anni di età, l’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa a carico di Francesco Giuseppe Indorato, 49 anni, di Catania, Antonio Zuccarello, di 51, di Santa Maria di Licodia, e Alfio Maugeri, di 44, di Misterbianco. Indorato è accusato di tentativo di omicidio. La donna sarebbe stata anche mandante di un primo tentativo di assassinare dell’uomo, compiuto nel 2001.

Avrebbe dato l’incarico a Cavallaro, che avrebbe a sua volta incaricato dell’esecuzione materiale un suo conoscente, Indorato. Quest’ultimo avrebbe aggredito con un coltello la vittima all’interno del suo garage condominiale, ferendolo gravemente. Nessun elemento raccolto all’epoca consentì agli investigatori di ritenere la donna coinvolta nell’accaduto e, sebbene Indorato fosse stato indagato, non furono acquisiti sufficienti elementi per un rinvio a giudizio. A distanza di quasi un anno dal ferimento, la donna avrebbe nuovamente chiesto a Cavallaro l’uccisione del compagno pagando questa volta 20 mila euro ed acquistando per lo stesso Cavallaro una Bmw.

In questa seconda occasione l’omicidio sarebbe stato pianificato con maggior cura e Cavallaro avrebbe coinvolto Maugeri e Zuccarello. In quella occasione i tre, la notte tra il 9 ed il 10 dicembre del 2002 si sarebbero introdotti, con la collaborazione di Barbara Bregamo, nell’abitazione di Giuffrida e dopo avergli iniettato una sostanza velenosa, lo avrebbero soffocato. La donna avrebbe successivamente inscenato la morte naturale di Giuffrida senza che sorgessero sospetti su quanto realmente era accaduto. Le indagini avviate per ottenere i necessari riscontri alle dichiarazioni di Cavallaro sono state condotte dai carabinieri di Catania che, attraverso una serie di intercettazioni e di videoregistrazioni – corroborate da sommarie informazioni di persone informate sui fatti, consulenze medico-legali ed altro – hanno consentito di ottenere riscontri precisi sul ruolo di correo del collaboratore di giustizia.