Costa Concordia, “Risarcimenti per un miliardo. Rischio fallimento”

Pubblicato il 19 Gennaio 2012 - 17:49 OLTRE 6 MESI FA

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – Dopo il disastro e le polemiche, arriva l’ora dei risarcimenti: contro la Costa Crociere non ci sono solo i naufraghi sopravvissuti e le famiglie delle vittime, ma anche il ministero, la Regione, e gli enti locali, e con loro moltissime associazioni ambientaliste. Per un possibile costo totale, ai danni della compagnia navale, di un miliardo.

Se poi le indagini dovessero evidenziare reati di omissioni di controllo rischierebbe di finire nei guai anche il Registro navale italiano e persino la capitaneria di porto e la guardia costiera.

L’avvocato e giuslavorista Guido Ferradini, intervistato dal Corriere della Sera, chiarisce che “Il disastro della Costa Concordia ha aperto anche sul profilo civile una partita gigantesca che si sta giocando in tutto il mondo. Con un risarcimento da almeno un miliardo di euro, e una serie di varianti che potrebbero modificare sensibilmente la cifra ma anche gli attori”.

Anche perché se tutte le responsabilità cadessero sul comandante Francesco Schettino “Per le vittime sarebbe la cosa peggiore perché l’assicurazione del comandante non coprirebbe tutto e dunque resterebbero inevitabilmente insolvenze. Anche la Costa ha dichiarato di sentirsi parte lesa e se dimostrasse di non avere responsabilità potrebbe chiedere anche lei i danni al comandante. Ma ci sembra un’ipotesi molto improbabile”.

Nel caso in cui si verificasse un disastro ambientale, poi,  “i danni sarebbero insostenibili anche per le assicurazioni e per un solido gruppo come la Carnival (la società quotata in borsa a New York proprietaria di Costa Crociere). Ovviamente il problema adesso è quello degli accertamenti delle responsabilità. Sembra difficile però che siano tutte del comandante Francesco Schettino. E oltretutto si potrebbero evidenziare anche responsabilità di omesso controllo da parte del Registro italiano, per esempio, ma anche delle autorità competenti a far rispettare la sicurezza in marea, come capitaneria e guardia costiera, anche loro, se ritenute responsabili, sarebbero obbligate al rimborso”.

A rischio, secondo Ferradini, sono anche “i tour operator che hanno venduto i pacchetti vacanze ai turisti. Se la magistratura accertasse problemi di sicurezza sulla nave (anche nell’incompetenza di chi a bordo doveva prestare i primi soccorsi) il passeggero potrebbe rivalersi anche contro il tour operator. Come del resto previsto dalla convenzione di Atene. Ovviamente i tour operator si rivarrebbe a loro volta con la compagnia di navigazione. E non è finita… C’è il profilo gigantesco della tutela del lavoro. Se si accerterà che sulla nave ci sono state violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro, l’equipaggio e i sindacati potrebbero chiedere i danni alla Costa”.