Crac Aiazzone, 13mila clienti protestano ma c’è una speranza: Fiditialia accetta lo stop alle rate

Pubblicato il 15 Marzo 2011 - 11:08 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Il suo slogan recitava “Provare per credere”, ora l’azienda del mobile Aiazzone deve fare i conti con un’inchiesta della procura di Torino e con un esercito di 13 mila (ex) clienti che dicono di essere stati truffati. Sostengono di aver pagato i mobili, con un anticipo, rate o addirittura il saldo, ma di non averli mai ricevuti. Ci sono inoltre 800 ex dipendenti che da mesi non ricevono lo stipendio e che, di fatto, sono a spasso da novembre.

Le accuse sono gravi: bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, riciclaggio, truffa. Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti le società B&S, Aiazzone Network, Emmelunga, Emmedue, Emmecinque, per un totale di 200 punti vendita in tutto il Paese. E intanto Aiazzone rischia il fallimento. La storia dell’azienda è questa. Il proprietario, Giorgio Aiazzone, era morto in un incidente aereo nel 1986. Recentemente il finanziere torinese Renato Semeraro insieme all’ex presidente del Torino Gian Mauro Borsano, ex deputato Psi coinvolto in tangentopoli, hanno rilevato il marchio dalla vedova Aiazzone e hanno riaperto i battenti. Ma è successo qualcosa. Si sono fatti avanti 13mila clienti che dicono di essere stati truffati e 800 dipendenti di Aiazzone, senza stipendio da quasi dieci mesi. Inoltre ci sono, secondo ‘La Repubblica’, 14,8 milioni di debiti, i fornitori non vengono più pagati, gli assegni sono protestati.

Tanto è vero che la Procura di Torino chiederà al Tribunale Fallimentare del capoluogo piemontese di occuparsi della situazione finanziaria di Panmedia, la società di comunicazione, con sede nel capoluogo piemontese, alla quale è stata ceduta la holding B/S, titolare del marchio Aiazzone.

Speranza per i clienti truffati. Ma per i clienti che sostengono di essere stati truffati si potrebbe aprire uno spiraglio. Fiditalia, la finanziaria del gruppo Societè Generale che ha erogato i finanziamenti, ha accettato l’invito del Codacons ad aprire un tavolo per esaminare le singole posizioni e bloccare le rate. L’associazione dei consumatori, tramite l’avvocato Tiziana Sorriento, ricorda che i clienti non devono sentirsi costretti a continuare nel pagamento delle rate, sulla base anche di una direttiva Ue e di una pronuncia della Corte di Giustizia europea. Al Codacons si sono rivolti, nel frattempo, anche gli artigiani che hanno fornito i mobili ad Aiazzone.