Decreto svuota carceri, il Fatto: “Salva Berlusconi ed Emilio Fede”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Giugno 2013 - 11:28 OLTRE 6 MESI FA
Decreto svuota carceri, il Fatto: "Salva Berlusconi ed Emilio Fede"

Emilio Fede (Foto Lapresse)

ROMA – Il decreto legge “svuota carceri” potrebbe salvare Silvio Berlusconi ed Emilio Fede dalla detenzione. Lo sottolinea Beatrice Borromeo sul Fatto Quotidiano, che titola: “Regali anche ai mafiosi”.

Il decreto del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri arriverà mercoledì 26 giugno in Consiglio dei Ministri. Al momento è una bozza, ma se confermata, scrive il Fatto Quotidiano, “renderebbe felici molte persone. A partire da Silvio Berlusconi e dai suoi coimputati nel processo Ruby”.

A definire il decreto contro il sovraffollamento delle carceri una ennesima legge ad personas (plurale) sono stati due deputati del Movimento 5 Stelle, Francesca Businarolo e Andrea Colletti, riporta il Fatto.

Scrive Borromeo.

Fino a oggi, infatti, chi deve scontare tre anni di carcere ottiene quasi automaticamente la misura alternativa dell’ “affidamento in prova ai servizi sociali” (cioè rimane in libertà). In futuro, per gli ultrasettantenni (oltre che per gli over 60 parzialmente inabilitati), la sospensione della pena verrà concessa a chi di anni ne deve scontare quattro. Il Cavaliere, com’è noto, è imputato nel processo Ruby per l’ex-concussione (le famose telefonate in questura) e prostituzione minorile (in veste di “utilizzatore finale”). Poniamo che venga condannato alla pena richiesta dal pm Ilda Boccassini, cioè sei anni: in quanto ultrasettantenne (come prevede la ex-Cirielli) sconterebbe i primi due anni agli arresti domiciliari e gli altri quattro (con il nuovo decreto) ai servizi sociali. Se invece la pena fosse sotto i quattro anni, niente domiciliari: libertà subito.

Dove scontano la pena i condannati ultrasettantenni? Oggi (grazie alla ex-Cirielli salva-Previti), ai domiciliari. Un beneficio da cui però è escluso chi risponde di reati di mafia o sessuali. Col decreto Cancellieri, gli unici che non potranno scontare la pena a casa saranno i mafiosi. Se invece un 82 enne – come per esempio Emilio Fede – venisse condannato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile, potrebbe tranquillamente restarsene a casa. Tra i reati “assolutamente ostativi” alla concessione dei domiciliari, infatti, restano solo quelli mafiosi e quelli sessuali “gravissimi”: e non è il caso del processo Ruby.

Anche se esclusi dalla salva-Fede, qualche regalino c’è pure per i mafiosi. Indipendentemente dall’età, la riforma prevede gli ultimi due anni di pena ai domiciliari. Se verrà abbinata alla legge delega Ferranti-Costa sulle pene alternative, i mafiosi potranno evitare di trascorrere gli ultimi due anni di pena in carcere. Nella peggiore delle ipotesi, otterranno la detenzione domiciliare, che finora è esclusa proprio perché il reato di mafia è considerato troppo grave per i benefici. La norma Pd- Pdl prevede che la detenzione domiciliare, per i reati puniti fino a 6 anni, non sia più una “pena alternativa” al carcere, ma una pena principale: così lo sbarramento cade. E i padrini una casa ce l’hanno sempre.