Dirigente museo denunciato per molestie, giudice lo assolve: “Vittima complessata per l’aspetto fisico”

La giudice è la stessa che ha assolto il bidello per la "palpatina breve" ad una studentessa.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Luglio 2023 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA
dirigente molestie

foto ANSA

Una donna assunta come dipendente in un museo di Roma, ha accusato un suo dirigente per molestie. Ma il tribunale (collegio presieduto da Maria Bonaventura) lo assolve. Sia perché i testimoni non hanno confermato il racconto della presunta vittima ma anche perch, “alla luce di tutte le considerazioni qui svolte non si può escludere che la parte lesa, probabilmente mossa dai complessi di natura psicologica sul proprio aspetto fisico (segnatamente il peso) abbia rivisitato inconsciamente l’atteggiamento dell’imputato nei suoi confronti fino al punto di ritenersi aggredita fisicamente”. La giudice è la stessa che ha assolto il bidello per la “palpatina breve” ad una studentessa.

Assolto il dirigente del museo accusato di molestie su una dipendente

Il pm Antonio Calaresu nel 2021 aveva raccolto la denuncia della donna. Assunta nel gennaio 2019, la donna ha raccontato di una prima presunta molestia in aprile. Il suo dirigente le avrebbe rivolto frasi come “quanto mi arrapi” e messa in difficoltà con frasi spinte e domande imbarazzanti sul sesso. Nell’occasione, secondo la denuncia, l’avrebbe bloccata in un angolo e palpeggiata ai fianchi, schiena e pancia. Dicendo “dai, fammi toccare ancora un po’”. Il 20 maggio 2019 il dirigente le avrebbe chiesto di aiutarlo a prendere dei cataloghi in magazzino. A quel punto l’avrebbe afferrata da dietro e palpeggiata sui fianchi e la pancia, racconta Il Corriere della Sera. Poi le avrebbe anche “annusato” i capelli.

La sentenza

Un terzo episodio sarebbe avvenuto durante una cena tra colleghi. Dove l’uomo l’avrebbe toccata “sul seno, sulla pancia, sui fianchi e sul sedere”. Poi l’avrebbe “leccata e morsa sulle orecchie fino infilarle la lingua in bocca”. I colleghi però hanno ridimensionato l’accaduto, definendo “giocherellone” il dirigente. Secondo una testimone persino il ricorso al solletico nei confronti della donna è giustificato. L’uomo invece ai giudici ha detto che la ragazza era sessualmente attratta da lui. I vertici del museo però hanno licenziato l’uomo. Ma la procura ha annunciato che farà appello.