Due femminicidi in poche ore: a Fagnano Castello 43enne uccisa dal marito, a Agnosine uccide la ex e si costituisce

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Settembre 2021 - 18:05 OLTRE 6 MESI FA
femminicidi Fagnano Castello

Due femminicidi in poche ore: a Fagnano Castello 43enne uccisa dal marito, a Agnosine uccide la ex e si costituisce (foto ANSA)

Due femminicidi in poche ore in Italia: a Fagnano Castello (Cosenza) 43enne uccisa dal marito, a Agnosine (Brescia) uccide la ex e si costituisce. 

Fagnano Castello, uccide la moglie a coltellate

Sonia Lattari, 43 anni, è stata uccisa a coltellate dal marito, Giuseppe Servidio (52), al culmine di una lite. L’uomo è stato fermato dai carabinieri. L’omicidio é avvenuto nell’abitazione della coppia a Fagnano Castello, in provincia.

Secondo quanto è emerso dalle prime indagini, i rapporti tra moglie e marito erano tesi da tempo. Potrebbe essere stata la gelosia a innescare inizialmente il litigio e poi il delitto. Servidio aveva fatto ritorno stabile in paese da poco dato che per lavoro era frequentemente all’estero. A chiamare i carabinieri è stato l’uomo. I sanitari del 118 giunti sul posto hanno solo potuto constatare la morte della vittima che è deceduta dissanguata. La coppia aveva due figli che non erano in casa nel momento in cui è scoppiata la lite culminata con l’uccisione della donna. 

Femminicidio a Agnosine, accoltella la ex e si costituisce

E’ il secondo femminicidio in poche ore. Ad Agnosine, in Valsabbia (Brescia), Giuseppina Di Luca, madre di due figli, è stata uccisa dall’ex marito, Paolo Vecchia, 52enne. La vittima, 46 anni, si era trasferita nel paese da un mese, dopo la separazione. Stamattina l’uomo ha raggiunto l’ex moglie a casa e l’ha colpita una decina di volte con un coltello sulle scale della palazzina, poi si è costituito ai carabinieri.

Paolo Vecchia ha atteso la vittima fuori dall’appartamento per poi inseguirla lungo le scale. L’uomo si è costituito alla stazione dei carabinieri di Sabbio Chiese. Sono state inoltre recuperate le armi usate per commettere il delitto: un coltello a serramanico e un pugnale, su indicazione dell’omicida. Nel corso del primo interrogatorio Paolo Vecchia si è avvalso della facoltà di non rispondere.