In carcere per peculato, ma il Molise premia il dirigente con 13mila € di bonus

Pubblicato il 26 Luglio 2012 - 08:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Per lo Stato è accusato di furto di risorse regionali, “peculato continuato e aggravato” e per questo è in prigione dal 4 aprile. Per la Regione che lo stipendia, invece, è un dirigente meritevole: così meritevole da aver diritto a un bonus da 13.099 euro in aggiunta alla sua busta paga. E’ la storia di Elvio Carugno, dirigente regionale che secondo le accuse avrebbe sottratto e in parte spedito all’estero, in Venezuela, poco meno di un milione di euro.

Al dirigente sono stati più volte negati anche i domiciliari. Eppure, come racconta sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella, non è stato negato il premio regionale. Nessuno, insomma, dal 4 aprile ad oggi in Regione si è preoccupato di togliere il suo nome dall’elenco dei dirigenti premiabili. Ma si tratta di un elenco vasto.

In totale, come riporta Stella, sono stati distribuiti “805.046 euro e 57 centesimi. Da dividere, come anticipazione del 60% degli incentivi per i risultati raggiunti nell’anno passato, tra 68 dirigenti. Per capirci: tutti quelli della Regione”. (…) Tra i dirigenti, infatti, vengono premiati anche i dirigenti della Sanità che, come spiegano i dati di pochi giorni fa, è tra le più sgangherate e indebitate, sul pro capite, della Penisola. Un dato per tutti: 2.939 euro di spesa per abitante, inferiore solo a quelle della Basilicata e del Lazio.  Di più: riferisce un’agenzia Agi di qualche settimana fa che «il Molise ha anche il primato per spesa pubblica primaria delle Pubbliche Amministrazioni, che Bankitalia ha rilevato in 4.100 pro capite nel triennio 2008-2010 contro i 3.300 euro della media nazionale».

Tutto nonostante la denuncia fatta anni fa dall’ex ministro della Funzione Pubblica Luigi Nicolais che osservò come, ricorda Stella:

  la legge 286 che prevedeva una ricompensa aggiuntiva per i dirigenti sulla base del raggiungimento o meno degli obiettivi fissati, non aveva dato «i risultati sperati». Un eufemismo. La prova era nei numeri: su 3.769 altissimi funzionari addetti alla macchina statale, quelli premiati col massimo bonus possibile erano 3.769. Come se fossero tutti purosangue. Tutti bravissimi, puntualissimi, rigorosissimi. Senza un solo somaro, un ronzino, un brocco che meritasse un minimo di castigo… Come se tutti gli obiettivi prefissi fossero stati raggiunti.