Fermato per 'ndrangheta: “A quel cazzone hanno trovato il biglietto”

Pubblicato il 9 Febbraio 2012 - 13:00 OLTRE 6 MESI FA

REGGIO CALABRIA – ''A quel cazzone gli hanno trovato un biglietto, mica mio cognato!… Arresteranno a tutti a Rosarno!…Associazione!!''. A parlare cosi', a fine ottobre 2011, e' Saverio Marafioti, uno dei fermati dell'operazione di giovedì contro la cosca Pesce, riferendosi ad un ''pizzino'' sequestrato in carcere al boss Francesco Pesce, di 34 anni, detto ''testuni'' arrestato in un bunker il 9 agosto 2011 dopo un anno e mezzo di latitanza.

Nel biglietto erano contenute quattro direttive. Nella prima c'erano alcuni nomi: ''Rocco Messina, Pino Rospo, Muzzupappa Ninaredo, Franco Tocco, Danilo, Paolo Danilo, fiore per mio fratello''.

Con il messaggio, secondo gli investigatori, Francesco Pesce accreditava dal punto di vista criminale l'unico maschio libero della sua famiglia, il fratello Giuseppe, latitante dal 2010, al quale cedeva il comando della cosca (''fiore per mio fratello''), affiancandogli sei fidatissimi, tutti accomunati da legami di parentela o storica amicizia a Francesco Pesce, identificati in Rocco Messina, Giuseppe Alviano detto ''u rospu''; Francescantonio Muzzupappa; Francesco Antonio Tocco; Danilo D'Amico e Paolo Daniele.