Fiat, un altro operaio di Pomigliano reintegrato dalla Corte d’Appello

Pubblicato il 4 Novembre 2010 - 13:34 OLTRE 6 MESI FA

Un operaio della Fiat auto di Pomigliano d’Arco è stato reintegrato al lavoro dalla Corte d’Appello di Napoli, che ha anche condannato l’azienda ad un risarcimento di circa 250mila euro. Lo rendono noto dal sindacato Slai Cobas, che aveva presentato un appello alla sentenza emessa dal giudice del lavoro del Tribunale di Nola, che nel giugno del 2009 aveva dato ragione alla Fiat.

”Questa sentenza, che si aggiunge alle tre precedenti cause vinte da operai del Vico in questi mesi – ha detto Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale del sindacato di base – dovrà servire da monito a Marchionne e a quanti già, sindacalisti e politici, si sono schierati con lui pretendendo il drastico peggioramento della già insostenibile condizione operaia”.

Il lavoratore, Pasquale Russo, 41enne di Casoria, era stato licenziato nel gennaio del 2004 per ”aver abbandonato il posto di lavoro per 40 minuti senza autorizzazione”, ma nel ricorso, spiegano dal sindacato, è stato dimostrato non solo che l’assenza del lavoratore era durata circa cinque minuti, ma che ”nessun abbandono del posto di lavoro era contestabile perche’ l’azienda non gli aveva assegnata alcuna mansione e postazione lavorativa, rifiutando di spostarlo a compiti diversi, e ciò con premeditata strumentalità dimostrata dalle umilianti condizioni nelle quali la Fiat pretendeva di tenerlo”.

”Russo – ha sottolineato Granillo – era stato spostato dalla catena di montaggio nel 2003, a causa di acute patologie osteo-muscolari da sforzo prolungato, tipiche degli addetti, dopo che i sanitari di fabbrica finalmente, dopo numerose richieste di visite di accertamento, rilasciarono a Pasquale il giudizio di inidoneità alla mansione. Ma la Fiat collocò l’operaio in totale inattività a fianco della scrivania del caposquadra, sottoponendolo a palese mobbing”.