Friuli, lezioni di sci gratis per immigrati. Lega insorge: “Dovrebbero farle per i nostri bambini”

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Febbraio 2017 - 19:54 OLTRE 6 MESI FA

UDINE – Lezioni di sci gratuite per i profughi in Friuli Venezia Giulia, la Lega Nord insorge. A scatenare le polemiche, riferisce Tiziano Gualtieri sul Gazzettino, è stato Stefano Mazzolini, responsabile sicurezza del partito, dopo aver notato alcuni rifugiati che prendevano lezione di sci sulla pista di fondo “Laghetti” a Timau, frazione del paese di Paluzza, in Carnia.

Mazzolini era in pista quando ha notato “alcuni ospiti di una struttura della zona che prendevano lezione dall’ex sindaco di Paluzza”, ha raccontato. La cosa l’ha subito infastidito: “Chi paga corso e
noleggio? I contribuenti, la scuola sci o chi li ospita in albergo? Nessuno pensa ai nostri bambini,
alle famiglie che non arrivano a fine mese e non possono andare sciare”. E poi l’augurio che “corsi e noleggi gratis siano dati anche alle nostre famiglie in difficoltà”.

Immediata è arrivata la risposta del Comune di Paluzza, con il vicesindaco, Luca Scrignaro, che ha preso le distanze dall’accaduto: “Noi non c’entriamo. Siamo a conoscenza dei corsi voluti dal Centro provinciale per l’istruzione degli adulti di Udine che li organizza con l’Us Aldo Moro Paluzza, ma noi non mettiamo un euro”.

Come ha spiegato il vicepresidente Aulo Maieron, “lo staff dell’Aldo Moro si mette a disposizione gratuitamente di chi vuole fare corsi senza guardare il colore della pelle. Adesso abbiamo le scuole primarie di Paluzza o di Cercivento e per la prima volta anche gli ospiti della comunità Bosco di Museis”.

In tutto sono sedici i ragazzi immigrati tra i 10 e i 17 anni che, insieme a due stranieri maggiorenni regolari in Italia e a tre locali, hanno passato due ore sulla neve.

La struttura viene pagata dai Comuni attraverso i fondi europei, che ammontano a 70 euro a minore. Il progetto “Sci… volando” è stato fortemente voluto dal Cpia di Udine ed è gestito dall’insegnante Fabiana Donato, che sottolinea: “Siamo una normale scuola frequentata anche da italiani e che si occupa di progetti di l’integrazione facendo attività didattiche come questa”.