Garlasco, Alberto Stasi ora lavora come commercialista: venerdì la Cassazione

Pubblicato il 4 Aprile 2013 - 11:55| Aggiornato il 10 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Alla vigilia delle sentenza di Cassazione che potrebbe definitivamente chiudere (o riaprire) il caso di Garlasco, Alberto Stasi tenta di condurre la vita di tutti i giorni. Commercialista in uno studio, probabilmente a Milano, forse con una nuova fidanzata (bionda, scrive il Corriere della Sera) accanto. Venerdì si esprimerà la Cassazione, ultimo grado di giudizio dopo due sentenze che hanno assolto Alberto Stasi. Ovvero il fidanzato di Chiara Poggi, colui che la mattina del 13 agosto 2007 ne trovò il cadavere nella villetta dei genitori di lei a Garlasco. Sia Stasi che la famiglia di Chiara non possono non pensare alla recente sentenza di Cassazione che ha riaperto il processo Meredith dopo un’assoluzione di Amanda e Raffaele. La famiglia Poggi vorrebbe esami più approfonditi, anche se la Cassazione non può entrare nel merito del processo. Ma può chiederne uno nuovo. Ecco i nodi ancora aperti riassunti dal Corriere della Sera:

Proprio di legittimità e di diritto si sta parlando» è la replica dell’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni. «Chiediamo alla Corte semplicemente di colmare alcune lacune che potrebbero essere decisive per arrivare alla verità». Tre i punti che la parte civile chiede di approfondire: l’esame su un capello castano corto (con il bulbo) trovato nella mano di Chiara (la difesa di Alberto sostiene che fosse vicino al corpo) e mai esaminato con il test del Dna «mitocondriale», capace di risalire all’identità di chi lo ha perduto. Altra questione: l’ormai famosa bicicletta nera da donna sicuramente vista davanti a casa di Chiara la mattina del delitto. La famiglia Stasi ne possiede una mai sequestrata. «Acquisiamola» propone Tizzoni. E infine il test sulla superficie ricostruita in laboratorio della casa di Chiara con il quale si è stabilito se Alberto potesse o meno sporcarsi le scarpe camminando. La richiesta in questo caso è rifarlo: con la porta delle scale chiusa e la riproduzione dei gradini. «Punti sui quali sono già arrivate risposte più che puntuali» dice il professor Giarda.