Il Giornale: “Adriano Celentano salta la fila in ospedale”. Lui: “Quotidiani cretini”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Agosto 2013 - 09:37 OLTRE 6 MESI FA
Il Giornale: "Adriano Celentano salta la fila in ospedale". Lui: "Quotidiani cretini"

Adriano Celentano (Foto Lapresse)

SANREMO (IMPERIA) – Adriano Celentano si rompe un mignolo del piede e “salta la fila” all’ospedale: dal Secolo XIX al Giornale sono diversi i quotidiani che attaccano il molleggiato. Dopo essersi fratturato un dito del piede nella sua casa di Bordighera (Imperia), è andato in taxi all’ospedale Borea di Sanremo. T-shirt, calzoncini e infradito, come uno qualunque. Ma dentro l’ospedale si è visto che non si trattava di un uomo qualunque…

Racconta il Secolo XIX:

Una volta entrato al Borea, il cantante ha adottato, fedele alla sua filosofia, non un metodo “lento”, ma molto “rock”. O meglio: velocissimo. Senza passare dal pronto soccorso, intasato come inevitabile in una città turistica nel mese di agosto, il cantante è entrato direttamente in Radiologia, scortato dalla moglie Claudia Mori e da una guardia del corpo.

Sul Giornale la dottoressa Stefania Russo, primaria di radiologia all’ospedale di Sanremo, prova a spiegare:

“Immaginate il caos che crea un personaggio come lui in una sala d’attesa affollata tra autografi e fotografie. Lo abbiamo letteralmente chiuso in una saletta riservata agli infermieri insieme alla moglie che lo ha accompagnato e lo abbiamo refertato nel minor tempo possibile. Era interesse nostro e di tutti i pazienti non creare scompiglio. La sua presenza non ha in alcun modo interferito con le altre visite né tantomeno penalizzato gli altri pazienti”.

Ma quei tempi rapidi, non certo usuali negli ospedali italiani, hanno fatto scoppiare la polemica. E da un altro giornale, il Fatto Quotidiano, in prima pagina Celentano dà la propria versione:

È incredibile l’interessamento e l’apprensione di stampa e tg per la piccola frattura che mi sono causato al 5° dito del piede. E nessuno, dico NESSUNO, ha sprecato una parola per la battaglia che da 10 giorni porto avanti sul Fatto Quotidiano contro le micidiali navi GIGANTI di Venezia. Cosa devo pensare? Che il mio “mignolo” è molto più importante della catastrofe a cui sta andando incontro la città più bella del mondo? Ma allora perché l’Unesco l’ha dichiarata “Patrimonio dell’Umanità” e del mio “mignolo” ancora nessuna considerazione? Non dico tanto, due parole: “Adriano, da giorni impegnato in una forte campagna di denuncia contro lo SCEMPIO di Venezia, ieri sera si è fratturato il dito mignolo del piede contro l’angolo di un divano”. Bastava che venisse riportato questo, e invece niente. Neanche di fronte alla morte del turista tedesco schiacciato da un vaporetto tre giorni fa. Però li capisco. Una citazione, per quanto piccola, sarebbe stata per gli altri giornali un danno enorme, perché li avrebbe costretti a menzionare il giornale concorrente che ha ospitato il mio sdegno contro i MOSTRI. E la regola dei quotidiani, che più CRETINA non può essere, dice che, pur trovandosi di fronte a una vicenda di importanza VITALE non se ne deve parlare, altrimenti si fa pubblicità al concorrente. Cosa importa se poi Venezia affonda. Ma io non mi fermerò, continuerò a parlarne anche dovessi rompermi le altre nove dita.