Ilaria Alpi: Corte Perugia riapre processo al somalo Hassan

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Gennaio 2016 - 07:37 OLTRE 6 MESI FA
Ilaria Alpi: Corte Perugia riapre processo al somalo Hassan

Ilaria Alpi: Corte Perugia riapre processo al somalo Hassan

PERUGIA – A quasi 22 anni dalla morte di Ilaria Alpi la Corte d’appello di Perugia riapre il processo a Hasci Omar Hassan, unico condannato per l’uccisione della giornalista del Tg3 e dell’operatore Miran Hrovatin, avvenuta a Mogadisco il 20 marzo del 1994. I giudici hanno infatti accolto l’istanza di revisione del processo presentata dagli avvocati Natale Caputo, Antonio Moriconi e Duale Duglas, difensori del somalo ora affidato ai servizi sociali a Padova dopo avere scontato 16 dei 26 anni della condanna.

Istanza alla quale non si sono opposti il procuratore generale Dario Razzi e le parti civili: la Rai e la madre di Ilaria Alpi, Luciana. La Corte ha anche ammesso tutti i testi indicati dalla difesa e dal procuratore generale, una ventina, che saranno sentititi a partire dalla prossima udienza, fissata per il 5 aprile. Luciana Alpi era presente in aula, come anche Hasci Omar Hassan.

Tra i due un abbraccio prima dell’udienza e un “buona fortuna” da parte della madre della giornalista uccisa. Nel provvedimento i difensori del somalo chiedono, in sostanza, l’annullamento della condanna e il riconoscimento della sua estraneità al duplice omicidio.

Tra i testimoni citati, considerato di particolare importanza, Ahmed Ali Rage, detto Gelle, principale accusatore di Hassan, che indicò il somalo come l’autore del duplice omicidio sostenendo di essere stato presente al momento dei fatti per poi, anni dopo, ritrattare completamente la sua ricostruzione. A sottolineare in aula la “estrema importanza della testimonianza di Gelle e che questa avvenga il prima possibile” è stato l’avvocato della famiglia Alpi Domenico D’Amati. Citata come testimone anche la giornalista della trasmissione Chi l’ha visto?, Chiara Cazzaniga, che realizzò in Gran Bretagna un’intervista a Ahmed Ali Rage. Quasi tutti somali gli altri testi citati, che sarebbero stati presenti sul luogo ed al momento dell’agguato.

“Ho aspettato molto tempo, oltre 16 anni, ma grazie a Dio questo giorno è arrivato” ha affermato Hasci Omar Hassan parlando oggi con i giornalisti. “E’ stata una lunga sofferenza – ha aggiunto – ma ora, dopo questo primo passo, aspettiamo di sapere cosa decideranno i giudici. Sono molto contento”. Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, e Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai, hanno auspicato che il processo partito oggi riapra “la strada alla ricerca della verità e della giustizia che sono le vere assenti di questa tormentata storia”.

Convinta dell’innocenza del somalo anche la madre della giornalista uccisa che ha ribadito come né lei né suo marito abbiano mai creduto alla colpevolezza di Hassan. “Ahmed Ali Rage non è mai apparso di persona a dire: quello e’ uno del commando” ha sottolineato la donna. “Noi, che non siamo avvocati – ha aggiunto -, abbiamo capito perfettamente che c’era qualcosa che non funzionava e abbiamo sempre sostenuto questo ragazzo”. Per Luciana Alpi in questi anni è stata “negata giustizia”. “Prima di andarmene – ha detto – voglio dare verità e giustizia a Ilaria e Miran”.