Ingv, Gresta presidente: commissione dubbia, ricercatori contro Profumo

Pubblicato il 3 Aprile 2012 - 14:09 OLTRE 6 MESI FA

ROMA  – Stefano Gresta è il nuovo presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La nomina arrivata il 27 marzo dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha deluso i ricercatori. Gresta sarebbe stato scelto su criteri non scientifici, tanto che lo stesso decreto di nomina del Miur lo definisce un “di medio livello”. Il docente di geofisica della terra solida all’università di Catania aveva già assunto l’interim quando Domenico Giardini diede le dimissioni lo scorso 22 dicembre, ritenendo inadeguato il suo compenso.

I ricercatori dopo la nomina di Gresta hanno applicato ai 5 candidati alla presidenza della Ingv il metodo di valutazione ISI-Thomson, utilizzato anche dall’Anvur, l’Agenzia di valutazione di ricerca del ministero dell’Istruzione. Il metodo si basa su criteri “bibliometrici” che tengono conto delle pubblicazioni scientifiche, delle citazioni in numero assoluto e delle citazioni in articoli scritti da altri. Secondo tale metodo il punteggio più alto sarebbe andato a Carlo Doglioni, dell’università La Sapienza di Roma, seguito da Roberto Sabadini, dell’università degli studi di Milano. Benedetto De Vivo e Mauro Rosi secondo tali criteri sono al terzo e quarto posto, mentre Gresta si è piazzato al quinto, con una media definita “paragonabile a quella di un bravo precario con qualche anno di esperienza”.

Insomma se i ricercatori sono rimasti delusi per questa nomina in cui non si è tenuto conto dell’alta qualifica scientifica dei candidati, il ministero risponde che quello non è il requisito unico per la candidatura. Secondo il ministero sono necessarie anche esperienza e sensibilità nella “gestione dei rapporti istituzionali e degli organismi di ricerca”. Dunque dal ministero sono fiduciosi che la scelta di Profumo sia “un’ottima nomina e il professor Gresta avrà modo di dimostrarlo”. L’Ingv è l’ente di riferimento per la Protezione Civile in caso di rischio vulcanico e sismico e dunque i suoi legami con le istituzioni sono forti. Il suo presidente dunque non deve detenere solo alte qualità scientifiche, ma anche abilità diplomatiche. Forse questa la motivazione di Profumo nella nomina. Una giustificazione che comunque ai ricercatori non è bastata per insinuare che la commissione che ha scelto i candidati si sia basata su criteri dubbi.