Luana D’Orazio, il dolore della mamma: “Sognava il cinema ma è diventata famosa morendo sul lavoro”

di FIlippo Limoncelli
Pubblicato il 5 Maggio 2021 - 16:35 OLTRE 6 MESI FA
Luana D'Orazio morta sul lavoro

Luana D’Orazio, il dolore della mamma: “Sognava il cinema ma è diventata famosa morendo sul lavoro” (foto ANSA)

Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta in un’azienda tessile di Oste di Montemurlo, in provincia di Prato, per un incidente sul lavoro, amava la recitazione e sognava il cinema. A dirlo, in una intervista a La Stampa, è la mamma Emma.

“Il cinema era il suo sogno anche se stava molto con i piedi per terra…. ‘Mamma sarebbe bello se diventassi famosa’ mi diceva a volte, ma sempre con ironia. E certo mai avrebbe immaginato di diventare famosa morendo sul posto di lavoro” dice la madre della ragazza.

Luana aveva anche un figlio di 5 anni, Alessio, avuto a soli 17 anni e cresciuto da sola senza l’aiuto del padre. “Era a tutti gli effetti una ragazza-madre e Alessio è cresciuto grazie a noi – dice ancora la madre della ragazza -. Ero io che me occupavo quando lei era a lavorare. Lo accompagnavo alla scuola materna e poi aspettavamo che Luana rientrasse a casa alle 14”.

Luana D’Orazio, le parole del fidanzato della ragazza morta sul lavoro

Anche il fidanzato Alberto, 27 anni, anche lui operaio, racconta: “Mi ha donato due anni meravigliosi. Non appena sarebbe finita la pandemia saremmo andati al concerto di Tiziano Ferro, le avevo regalato i biglietti l’anno scorso, poi era saltato tutto. Avevamo anche in progetto di andare a Parigi. L’amava per il suo romanticismo. Ma ci accontentavamo anche di poco, del tempo che ci ha concesso il lockdown. Ed era bello stare anche con suo figlio, lei lo guardava adorante”.

Operaia morta sul lavoro, due indagati per la morte di Luana D’Orazio

La procura di Prato ha aperto un’inchiesta sulla morte di Luana D’Orazio ed ha iscritto due persone nel registro degli indagati. Lo apprende l’ANSA da fonti inquirenti. Le iscrizioni sarebbero legate agli accertamenti tecnici che si stanno anche concentrando sulla valutazione del funzionamento dei dispositivi di sicurezza del macchinario tessile, un orditoio, in cui è rimasta incastrata la giovane operaia il 3 maggio in una ditta di Montemurlo.