Morto il cardinal Martini. L’ultimo suo gesto: no all’accanimento terapeutico

Pubblicato il 31 Agosto 2012 - 16:20 OLTRE 6 MESI FA
Il cardinal Carlo Maria Martini (Foto Lapresse)

MILANO – Il cardinale Carlo Maria Martini è morto. Aveva 85 anni e da sedici era malato di Parkinson. Prima di morire ha rifiutato l’accanimento terapeutico, mettendo in pratica un argomento scottante da lui spesso trattato in vita.

Uomo di cultura, biblista, promotore del dialogo fra le religioni, Martini era nato a Torino il 15 febbraio del 1927. A 17 anni entrò nella Compagnia di Gesù, nel 1952 venne ordinato sacerdote a Chieri (Torino) e l’anno dopo si laureò in Teologia fondamentale all’Università Gregoriana di Roma.

Il 2 febbraio 1962 pronuncia la solenne professione religiosa e in questo stesso anno gli viene assegnata la cattedra di critica testuale al Pontificio Istituto Biblico di Roma.

Nel 1978 viene nominato da papa Paolo VI Rettore Magnifico della Pontificia Università Gregoriana. L’anno dopo papa Giovanni Paolo II lo elegge alla cattedra episcopale di Milano. Nel 1980 viene consacrato vescovo in S. Pietro, e il 10 febbraio successivo fa il suo ingresso ufficiale nella Diocesi di Milano.

A Milano inizia le meditazioni in Duomo per avvicinare la gente comune, soprattutto i giovani, alla Bibbia, attraverso il metodo della lectio divina, insegnando a ”leggere un testo biblico usato nella liturgia per gustarlo nella preghiera e applicarlo alla propria vita”.

Nel 2002 rassegna le sue dimissioni. Vorrebbe riprendere gli studi biblici a Gerusalemme. Nel conclave del 2005 viene ritenuto tra i possibili successori di Giovanni Paolo II. Torna poi in Israele, ma nel 2008 si stabilisce di nuovo in Italia: le sue condizioni di salute non gli consentono di trascorrere la vecchiaia in Terra Santa.

A marzo di quest’anno è uscito il suo ultimo lavoro: una conversazione con il chirurgo e senatore del Pd Ignazio Marino. Molti i temi caldi del libro, dalla fecondazione artificiale alla donazione degli organi, dalla sessualità al celibato per i sacerdoti, fine vita ed eutanasia.