Muore per setticemia dopo incidente d’auto. Indagate 18 persone

Pubblicato il 6 Ottobre 2010 - 20:40 OLTRE 6 MESI FA

Diciassette medici di due ospedali, il Cannizzaro di Catania e quello di Castrovillari (Cosenza), e un dipendente dell’Anas, sono indagati dalla Procura etnea per la morte da choc settico di Carmelo Finocchiaro, un camionista di 33 anni, avvenuta il 27 settembre scorso. Gli avvisi di garanzia, che ipotizzano il reato di omicidio colposo, sono stati emessi dal sostituto procuratore Assunta Musella come atto dovuto a tutela degli indagati.

Finocchiaro, sposato con due figli, originario di Taormina ma da anni residente in Calabria, era rimasto ferito in un incidente stradale avvenuto, tra Spezzano Albanese e Cassano allo Ionio, la notte tra il 25 e il 26 agosto scorsi. L’Alfa Romeo 147, guidata da un suo amico, Remigio Luca Serra, di 33 anni, era uscita di strada procurando la morte del guidatore e un braccio rotto, alcune costole rotte e una pleurite a Finocchiaro, che è stato ricoverato nell’ospedale di Castrovillari e giudicato guaribile in un mese. Dopo 13 giorni però le sue condizioni si sono aggravate per una cancrena al braccio destro e per questo, l’8 settembre, è stato trasferito all’ospedale Cannizzaro di Catania che è dotato di camera iperbarica.

Fino al 20 settembre il camionista è stato sottoposto a tre interventi chirurgici al braccio, che gli è stato amputato. L’uomo è poi entrato in coma ed è morto dopo sette giorni. I suoi genitori hanno presentato un esposto alla Procura di Catania e il sostituto Assunta Musella ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia, che è stata già eseguita alla presenza dei consulenti di parte degli indagati.

I funerali dell’uomo si sono svolti a Mascali, dove vive la famiglia e la madre era inconsolabile. Per il primario del reparto di rianimazione dell’ospedale Cannizzaro, Carmelo Denaro, nel caso i medici hanno ”attuato tutti i presidi previsti dal caso”. ”Il paziente – ha spiegato il medico – ha avuto come complicazione una sepsi grave e per questo è stato trasferito nel nostro ospedale. Nonostante la tempestività del trattamento la sepsi severa è evoluta in choc settico e il paziente, purtroppo, è deceduto. Era in prognosi riservata e il suo caso era veramente complicato. Il percorso terapeutico dell’ospedale Cannizzaro – ha osservato il primario del reparto di Rianimazione – è stato dettato da una linearità di trattamento ineccepibile”.

Le associazioni Anio e Codici hanno sollecitato ”l’intervento del ministero della Sanità e della commissione parlamentare Errori sanitari” per accertare cosa sia accaduto.