Nada Cella uccisa nel 1996: dopo 25 anni si cercano tracce sullo scooter della donna indagata

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Novembre 2021 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA
Nada Cella uccisa nel 1996: dopo 25 anni si cercano tracce sullo scooter della donna indagata

Nada Cella uccisa nel 1996: dopo 25 anni si cercano tracce sullo scooter della donna indagata FOTO ANSA

Nuovo colpo di scena nell’inchiesta sull’omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria massacrata nel 1996 nello studio del commercialista dove lavorava a Chiavari. La polizia scientifica effettuerà infatti il luminol e altre analisi tecniche sul motorino della donna, ex insegnante, indagata per omicidio aggravato dopo 25 anni.

La morte di Nada Cella e le analisi sullo scooter

Lo scooter è custodito in un autosoccorso di Cuneo dopo che gli investigatori della squadra mobile di Genova lo avevano sequestrato questa estate. La donna lo avrebbe portato da Chiavari a Boves, in provincia di Cuneo, e lo teneva in un box. Sono indagati il commercialista e l’anziana madre. Questi due sono accusati di false dichiarazioni al pm per avere mentito sui reali rapporti tra il professionista e l’ex insegnante.

Il caso riaperto dopo 25 anni

A fare riaprire il caso è stata la determinazione della criminologa Antonella Pesce Delfino, insieme all’avvocata Sabrina Franzone, che ha riletto gli atti della vecchia indagine. Scoprendo particolari sottovalutati. Tra gli elementi non presi inizialmente in considerazione anche la testimonianza di una donna che aveva detto di avere visto, la mattina del delitto, la donna sotto lo studio del commercialista mentre andava via sul suo motorino. Per gli investigatori, coordinati dal procuratore Francesco Pinto e dal sostituto Gabriella Dotto, sul veicolo potrebbero esserci dunque ancora possibili tracce nel caso in cui l’ex insegnante avesse ucciso Cella.

Per gli inquirenti l’insegnante avrebbe ucciso per gelosia nei confronti del commercialista, che avrebbe avuto un interessamento invece per la segretaria, e per prendere il suo posto di lavoro. Tra gli elementi al vaglio anche alcuni bottoni trovati all’epoca in casa dell’indagata uguali a uno trovato sotto il corpo della segretaria.