Napoli, omicidio di Teresa Buonocore: gli assassini memorizzarono il suo volto da una foto della figlia su Facebook

Pubblicato il 24 Settembre 2010 - 17:46 OLTRE 6 MESI FA

Per memorizzare il volto di Teresa Buonocore, che di li’ a pochi giorni avrebbero ucciso, Alberto Amendola e Giuseppe Avolio ne ricavarono una fotografia dal profilo che la figlia ha su Facebook e la stamparono. Emerge dal verbale di interrogatorio di Giuseppe Avolio, il pescivendolo che, assieme all’amico tatuatore Amendola, e’ in carcere con l’accusa di omicidio. I verbali sono contenuti nell’ordinanza con cui giovedì il gip Amelia Primavera (e non Oriente Capozzi, come si era appreso in un primo momento), accogliendo la richiesta del pm Danilo De Simone, ha disposto la custodia cautelare dei due.

Nelle ore successive all’omicidio, avvenuto il 20 settembre, Avolio rese tre diverse dichiarazioni agli agenti della squadra mobile: dopo avere negato ogni coinvolgimento nel delitto, affermando che era andato a correre per perdere peso, ammise di avere preso parte all’omicidio. Questo il suo racconto: ”In effetti, 15 giorni fa Alberto mi mise al corrente del fatto che aveva avuto la proposta da parte di persone di cui non mi preciso’ l’identita’ di ‘accappottare’ una persona, una donna non meglio precisata, e che lui mi avrebbe dato personalmente, a cose fatte, la somma di 10.000 euro. Alberto mi comunico’ anche che il mio compito sarebbe stato quello di condurre il motorino a bordo del quale l’azione doveva essere compiuta.

Da quel momento ha iniziato a darmi lezioni di guida, essendo io poco esperto. In quella medesima occasione, su mia insistenza – ha aggiunto – Amendola preciso’ che la donna doveva essere ammazzata perche’ aveva avuto incarico da un suo amico che era detenuto e che la signora doveva essere uccisa perche’ aveva fatto uno sgarbo ad un suo amico. La stessa sera in cui mi fece la proposta, mi portò sotto casa della signora che doveva essere uccisa, in Portici, nei pressi della chiesa dei ferrovieri. Nei giorni successivi, Alberto mi ha mostrato la foto della vittima, rilevandola da Facebook dal profilo della figlia, e la stampammo”.