Natale a tavola. Italiani riscoprono la “meno cara” tradizione

Pubblicato il 24 Dicembre 2009 - 17:58 OLTRE 6 MESI FA

Nove italiani su dieci trascorrono la Vigilia e il pranzo di Natale a casa con parenti e amici, alla riscoperta dei più economici piatti tipici del made in Italy. Complice la  crisi economica, resta il fatto che per queste festività natalizie gli italiani abbandonano caviale, ostriche, salmone o ciliegie fuori stagione per il  bollito, i cappelletti in brodo, le pizze rustiche e gli agrumi nostrani. Si recuperano così le tradizioni del passato e si risparmia anche il 30 per cento. Dal cappone in Piemonte alla minestra di cardi in Abruzzo, dalla brovada e muset con polenta in Friuli, alle scillatelle in Calabria, dal pandolce in Liguria al fristingo nelle Marche, dai canederli in Trentino allo sfincione in Sicilia e molte altre specialità presenti in tutte le Regioni italiane. Secondo la Coldiretti, infatti, gli italiani non rinunciando  alla qualità spenderanno circa 2,8 miliardi di euro a tavola per il Natale, 120 euro a famiglia tra Vigilia e Natale.

A finire sulle tavole del Natale sono anche gli omaggi enogastronomici delle festività che, secondo un sondaggio on line condotto da Coldiretti, per quasi quattro italiani su dieci (39 per cento) sono il “regalo che si vorrebbe trovare sotto l’albero“ seguito dal 21 per cento che sceglie un capo di abbigliamento, il 15 per cento cd/dvd, il 13 per cento l’ultima novità della tecnologia informatica del futuro e altro il 12 per cento.

Immancabile sulle tavole del Natale il panettone e il pandoro con una produzione in Italia di più di centodieci milioni, dei quali poco piu’ del 10 per cento con metodo artigianale, anche se – sottolinea la Coldiretti – si prevede che per le festività di fine anno saranno molti a riscoprire dolci tradizionali del territorio. Se in Calabria si consumano i fichi a crocetta ricoperti al cioccolato e i torroncini, dolci al cedro e al bergamotto, in Campania è il tempo di struffoli e roccocò, in Friuli della gubana (noci, mandorle, uvetta, miele, vino e rhum, avvolto in sfoglia), in Molise i calciuni a base di farina, vino, castagne lessate, rhum, cioccolato, miele, mandorle, cedro candito, cannella, in Puglia i porcedduzzi (frittelline piccolissime con miele o zucchero), in Emilia il Panone di Natale di Bologna (a base di farina, mostarda di mele cotogne, miele, cacao, cioccolata fondente e fichi secchi), in Liguria il pandolce (impasto di farina, uvetta, zucca candita a pezzetti essenza di fiori d’arancio i pinoli pistacchi semi di finocchio latte e marsala) e in Sicilia i buccellati di Enna (dolci tipici ripieni di fichi secchi), cassate e cannoli, i mustazzoli a base di mandorle, cannella e chiodi di garofano e cubbàita (torrone di miele con nocciole e mandorle o pistacchi.