“Nel nome di Lorys”, la verità di Davide Stival in un libro

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Febbraio 2018 - 15:52 OLTRE 6 MESI FA
Il libro di Davide Stival, il papà del piccolo Lorys ucciso a Santa Croce Camerina

“Nel nome di Lorys”, la verità di Davide Stival in un libro

CATANIA – “Nel nome di Lorys”. Si intitola così il libro di Davide Stival, il papà del piccolo Lorys ucciso il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina. Uno dei casi di cronaca nera che ha più coinvolto e sconvolto l’opinione pubblica negli ultimi quindici anni, che ha portato in carcere Veronica Panarello, la mamma, condannata a 30 anni in primo grado, per omicidio e occultamento di cadavere.

Il libro, edito da Piemme, è stato scritto a quattro mani da Davide Stival con il giornalista di Quarto Grado, Simone Toscano, che ha seguito la vicenda fin dall’inizio, e con il contributo dell’avvocato di Stival, Daniele Scrofani. La prefazione è di Gianluigi Nuzzi.

Quasi nessuno degli attori di questo caso si è sottratto all’esposizione mediatica. Non Veronica Panarello, con le sue numerose e contraddittorie versioni dei fatti, non la sorella, o la madre, e nemmeno molti altri che hanno soffiato sul fuoco dei sospetti, schiacciando le vere vittime, Loris, il fratellino Diego e il papà Davide. Eppure sono moltissimi i risvolti umani e psicologici ancora oscuri e altrettanti i tasselli ancora mancanti alla vicenda.

Ora, per la prima volta in maniera diffusa, intima e chiara, Davide Stival ricostruisce la sua storia con la moglie e fa luce su molti dettagli poco noti. Con un ricco apparato di documenti e foto che lo affianca sin dai primi momenti della tragedia. Il quotidiano la Repubblica riporta uno degli stralci più significativi del libro: il momento in cui il suo secondogenito gli ha chiesto chi avesse ucciso Lorys.

“A me si è gelato il sangue nelle vene –  racconta Davide Stival – anche se ero preparato a questa domanda. Sapevo che sarebbe arrivata e avevo chiesto agli psicologi come avrei dovuto comportarmi: ma sentire tuo figlio di cinque anni parlare di questi argomenti ti fa male, ti riporta alla tragedia che ha colpito le nostre vite”.

E come ha reagito il bambino a una verità così agghiacciante?

“Lui mi ha guardato e si è ammutolito. Non ha pianto. Io non ho più voluto toccare l’argomento, non gli ho mai parlato male di lei né ho condiviso i miei pensieri”.

Poi però il fratellino di Lorys ha elaborato il suo lutto e lo ha fatto con un disegno che la maestra gli aveva assegnato in occasione della Festa della mamma:

“Anziché una famiglia normale ha tratteggiato una figura nera con un coltello. E un bambino a terra in una pozza di sangue. So che è un’immagine devastante – dice ancora il papà – ma ho deciso di raccontarla nella speranza che si capisca ancora di più che i bambini sono esseri puliti e che tutte le cose brutte che gli adulti fanno purtroppo sono destinate a ricadere anche su di loro”.