Neonato ustionato a Napoli, il racconto del padre: “C’era sangue vicino al letto dove stava mia moglie…”

di FIlippo Limoncelli
Pubblicato il 22 Marzo 2021 - 15:54 OLTRE 6 MESI FA
Neonato ustionato a Napoli

Neonato ustionato a Napoli, il racconto del padre: “C’era sangue vicino al letto dove stava mia moglie…” (foto ANSA)

Il padre del neonato ustionato e ricoverato dal 16 marzo all’ospedale Santobono di Napoli, ha dato dettagli su quanto accaduto al bambino. Entrambi i genitori, da tempo seguiti dai servizi sociali, sono finiti in manette con l’accusa di abbandono di minori e maltrattamenti con lesioni gravissime.

Il piccolo, sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per ferite che potrebbero essere state causate da acqua bollente o uso sulla pelle di sostanze aggressive, è intubato e in ventilazione assistita, sedato per lenire il dolore delle lesioni riportate. I sanitari non sciolgono ancora la prognosi, il neonato resta in pericolo di vita.

La madre, 36 anni, si trova piantonata all’Ospedale del Mare dove è ricoverata mentre il compagno, 46 anni, è stato condotto al carcere di Poggioreale. Il provvedimento è stato emesso dal sostituto procuratore di Napoli Francesca De Renzis e dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone ed eseguito dai Carabinieri della Stazione di Portici e della sezione operativa della Compagnia di Torre del Greco.

Neonato ustionato a Napoli, il racconto del padre

Il genitore, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, avrebbe dichiarato: “Da quindici giorni mia moglie aveva allontanato tutti da casa, compresi me e la madre. Passavo da lei la mattina per lasciarle del cibo e così ho fatto anche martedì scorso. Poi, quando mi sono avvicinato al letto dove stavano lei e il bambino, ho visto le macchie di sangue”

La madre del neonato aveva avuto le doglie con anticipo rispetto alla data prevista. Aveva partorito in casa e dopo l’arrivo dei medici del 118, chiamati dalla coppia, che avevano reciso il cordone ombelicale, la donna non si era voluta far accompagnare in ospedale per motivi religiosi, mentre il marito aveva finto di essere medico al Policlinico e che l’avrebbe portata lui a controllo.

La motivazione a tutto questo è stata data sempre dall’uomo che avrebbe confermato di essersi spacciato per medico: “Si stava agitando e volevo tranquillizzarla, ho pensato che se il personale del 118 avesse insistito con il ricovero la situazione potesse precipitare“.

Portici, neonato ustionato su tutto il corpo: arrestati i genitori

A scoprire l’accaduto sono stati i militari dell’Arma dopo essere stati chiamati dall’uomo con una richiesta di aiuto per il neonato. Lì nell’appartamento di un condominio in una zona centrale della città hanno trovato la donna, che aveva partorito all’ottavo mese di gravidanza da sola in casa tre giorni prima, e il neonato con gravi segni di ustioni. Sul posto è giunto personale del 118 che ha trasportato il bambino all’ospedale pediatrico Santobono.

La coppia nei mesi scorsi aveva perso la patria potestà di due figli più grandi, e non era questo il primo provvedimento del genere nei loro confronti. L’uomo e la donna avevano avuto altri figli da precedenti relazioni e c’erano stati precedenti interventi del tribunale dei Minori nei loro confronti per sottrazione della potestà genitoriale. Le indagini ora dovranno stabilire in che modo e quando il neonato sia rimasto ustionato sul 16 per cento del corpo, anche per accertare le responsabilità specifiche di ognuno dei due arrestati.

Neonato doveva nascere ad aprile

Rodolfo Conenna, direttore generale dell’Ospedale pediatrico Santobono, ricorda: “Ancora non è chiara l’origine delle ustioni che sono profondissime e che oggi sono state sottoposte a nuovo bendaggio. I medici sono in contatto anche con il centro grandi ustioni pediatrico di Zurigo per offrire al piccolo tutte le cure necessarie”.

Cure costose di cui si farà carico interamente la Regione Campania. Il Comune di Portici respinge le accuse di mancato intervento in una situazione così problematica: i servizi sociali sapevano dallo stato di gravidanza ma il parto, avvenuto prematuramente e di nascosto, era atteso solo per il mese prossimo, ad aprile.

Una vicenda figlia del disagio sociale, commentata a Portici dal parroco della chiesa del Sacro Cuore, Giorgio Pisano: ”Come comunità ecclesiale dovremmo chiederci in che modo possiamo entrare nel merito di queste storie, molto spesso silenti e nascoste, e trovare il modo di interfacciarci con le istituzioni. Deve nascere una nuova visione di fronte a queste povertà emergenti”.