Omicidio Perugia. Il padre di Amanda: “Mia figlia non ha ucciso Meredith”

Pubblicato il 30 Settembre 2009 - 15:45 OLTRE 6 MESI FA

«Quando sapemmo del ritrovamento del corpo di Meredith chiedemmo ad Amanda se voleva tornare a casa. Lei ci rispose di no perché voleva rimanere a Perugia e aiutare le indagini e la polizia. Per lei è stato incomprensibile quello che è accaduto», a rivelarlo è Kurt Knox, il padre della giovane americana accusata, insieme a Raffaele Sollecito, dell’omicidio della sua coinquilina inglese, Meredith Kercher.

Mentre il processo davanti alla Corte d’Assise di Perugia sta arrivando alle battute finali, Kurt Knox, intervistato oggi da Giancarlo Magalli nel corso della trasmissione televisiva di Rai Due “I fatti Vostri”, ha ribadito la sua assoluta convinzione sull’innocenza della figlia, in carcere dal sei novembre del 2007.

Il padre di Amanda ha ricordato che fu proprio la figlia, con una telefonata, ad avvertire a casa che era stato trovato il corpo senza vita della sua coinquilina. «Amanda era sconvolta. È stato drammatico per tutti noi ricevere questa notizia. La sera precedente nostra figlia era andata a passare la serata a casa del fidanzato, Raffaele. Rincasando trovò la porta aperta e nessuno all’interno. Fece la doccia e tornò dal fidanzato al quale raccontòquello che era successo. Insieme sono tornati nell’appartamento e hanno trovato chiusa a chiave la porta della camera di Meredith. Hanno cercato di capire cosa fosse successo e poi sappiamo quello che è avvenuto».