Padri padroni musulmani deportano figlie in Oriente. Sparito da scuola 60% studentesse

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 23 Aprile 2018 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA
Islam: Padri padroni musulmani deportano figlie in Oriente. Sparito da scuola 60% studentesse

Padri padroni musulmani deportano figlie in Oriente. Sparito da scuola 60% studentesse (foto Ansa)

ROMA – Padri padroni musulmani deportano figlie in Oriente, nei paesi di origine. Nell’ultimo anno e mezzo, secondo i dati Acmid Donna (onlus che monitora fenomeni di integrazione o al contrario di arcigno rifiuto con tutto ciò che è occidentale) è sparito dai radar il 60 per cento delle studentesse musulmane iscritte alla scuola dell’obbligo.

Succede appunto (come racconta su la Stampa Francesca Paci) tra la fine dell’anno scolastico e l’inizio dell’estate. La ragazza viene invitata, convinta, spinta da genitori e famiglia, soprattutto padri e fratelli, insomma i maschi, a un viaggio nella patria d’origine. Magari d’origine solo dei genitori, perché la ragazza è nata o comunque ha vissuto gran parte della sua vita in Italia. Comunque il viaggio viene presentato come un viaggio di andata e ritorno.

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Un viaggio per partecipare a un matrimonio in Pakistan o Marocco o Bangla Desh, un viaggio per andare a trovare i parenti. Invece non è un viaggio, è di fatto una deportazione. Alla ragazza cui è stata fatta lasciare l’Italia viene ritirato il passaporto e il permesso di soggiorno. A questo provvedono i maschi della famiglia. Poi alla ragazza viene prospettato-ordinato il suo destino: il matrimonio combinato con un connazionale cui probabilmente è stata destinata fin da bambina grazie ad accordi tra famiglie. Se ci sta bene, altrimenti la ragazza viene di fatto reclusa in famiglia fino a che non cede.

La deportazione delle figlie in terre musulmane ha molteplici scopi: si allontanano queste ragazze dall’ambiente “impuro” occidentale, le si imprigiona in casa con i parenti a vigilare e ci si sottrae alle leggi occidentali che impediscono di picchiare ed eventualmente uccidere una donna che disonora la famiglia. magari niente meno che scegliendosi un uomo.

Sono padri padroni musulmani a farlo. Non certo tutti i padri musulmani. Ma molti, troppi per addebitare questo comportamento a individuali insensibilità e crudeltà. E’ una cultura che fa questo, una cultura radicata all’interno di usi, costumi e valori che abitano e imperano in paesi a prevalenza musulmana. Ma attenzione prima di attribuire all’Islam l’esclusiva di tali nefandezze: da noi in in Italia ammazzare la donna di famiglia che aveva disonorato la famiglia appunto ha smesso di essere praticamente lecito nel…Indovinate l’anno in cui dalla nostra legislazione è stato cancellato l’indulgente delitto d’onore, l’indulgenza di legge verso il maschio che cancellava dalla faccia della terra la femmina impura…il 1630, il 1750, il 1821, il 1910? No, fino al 1981 da noi c’è stato il cosiddetto delitto d’onore.

Fatta attenzione alla realtà del mondo e della storia, esaminate le radici fino a ieri profonde anche in Occidente e in Occidente appena estirpate della donna come proprietà e pertinenza del maschio, non vi può e deve essere nessun rispetto per una cultura dove il padre padrone tratta e trasporta le femmine di casa come e peggio di capi di bestiame. Neanche se questa cultura si ammanta di precetto religioso e chiede in nome di questo protezione e franchigia. Dire e sostenere non facciamo così perché musulmani non è un’attenuante, è un’aggravante morale e civile e come tale dovrebbe essere trattata, in ogni sede.