Palermo, lasciarono morire la paziente: condannati sette medici

Pubblicato il 28 Ottobre 2010 - 18:36 OLTRE 6 MESI FA

Fu abbandonata a se stessa per circa 24 ore, fino a quando non morì. Dopo il decesso due medici cercarono di nascondere la verità sulla drammatica fine di Accursia Attardi, una donna di Sciacca (Agrigento), morta a 31 anni, mentre era in attesa del primo figlio, dopo essere rimasta incinta grazie alla fecondazione assistita.

Per questo il tribunale di Palermo ha condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere il primario della Ginecologia dell’Imi (Istituto materno infantile) del capoluogo siciliano, Giuseppe Catalano, e il suo ex collaboratore Corrado Tiberio, oggi primario al Sant’Antonio Abate di Trapani.

A un altro medico, Renato Venezia, il giudice ha dato un anno e tre mesi e poi un anno ciascuno a Eduardo Spinnato, Innocenza Montalto, Vincenzo Minnella e Fulvio Mannino. Assolti invece Maurizio Busè e Girolamo Guarneri.

Per tutti i condannati, a parte i due primari e Spinnato, le pene sono state sospese, ma a Renato Venezia il giudice ha applicato la sospensione a condizione che accetti di svolgere lavori socialmente utili non retribuiti per tre mesi. i condannati dovranno anche risarcire le parti civili.

Accursia Attardi morì nell’aprile del 2004 all’Imi: seguita a Bologna, era stata colta da sindrome da iperstimolazione ovarica e si era rivolta ai medici palermitani. In ospedale, secondo quanto affermato dai periti ascoltati durante il processo, non avrebbe ricevuto assistenza alcuna e le cure necessarie.

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