Parma, Stefano Rossi suicida in carcere: ha usato una bomboletta di gas

Pubblicato il 23 Marzo 2012 - 16:14 OLTRE 6 MESI FA

PARMA – Stefano Rossi sarebbe morto ”per aver inalato il gas della bomboletta che tutti i detenuti detengono legittimamente”. Lo sostiene Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, secondo cui ”gli agenti lo hanno trovato durante il consueto giro di controllo e sono intervenuti immediatamente, ma nonostante cio’ non sono riusciti a salvargli la vita”.

”Continuiamo a chiedere all’amministrazione di proporre al ministro della giustizia la modifica del regolamento di esecuzione alla legge penitenziaria – ha detto ancora Durante – al fine di evitare che i detenuti continuino a tenere le bombolette che molte volte utilizzano per inalare il gas, come sostitutivo della droga. Spesso muoiono proprio a seguito dell’inalazione del gas, come, sembra, sia avvenuto al detenuto di Parma. Altre volte le stesse bombolette sono state utilizzate come corpi contundenti contro gli agenti, ovvero per farle esplodere nelle iniziative di protesta. Il Sappe ha anche proposto al ministro di sostituire le bombolette con altri sistemi piu’ sicuri, ma al momento nessuna iniziativa sembra sia stata intrapresa”.

”Quando ho appreso la notizia del suicidio di Stefano Rossi sono rimasto molto colpito. Sono rimasto molto coinvolto dalla tragedia di quel ragazzo e non me l’aspettavo, pensavo di rimanere piu’ fredd,o visto quello che ha fatto alla mia famiglia”. Ha commentato cosi’ a Tv Parma la notizia del suicidio in carcere di Stefano Rossi, Paolo Salvarani, fratello di Andrea, il tassista ucciso dal giovane, assieme a Virginia Fereoli, nel marzo del 2006.    ”Considerando i problemi familiari che ha avuto, considerando le difficolta’ della sua infanzia e della sua adolescenza, forse doveva essere sostenuto e protetto di piu’ – ha concluso Salvarani – questo pero’ andava fatto prima di quella terribile notte. Da sei anni fa ad oggi forse non c’era piu’ nulla da fare”.