Pavia città del “non si può”: vietato camminare scalzi, i panni stesi e il topless

Pubblicato il 26 Aprile 2011 - 09:01 OLTRE 6 MESI FA

PAVIA – Niente topless in riva al Ticino, ma sì agli uomini a torso nudo nei parchi, vietato stare a piedi nudi e dare da mangiare ai piccioni: in 45 pagine di ordinanza il sindaco di Pavia di 31 anni, Alessandro Cattaneo, snocciola tutto ciò che si può e che non si può fare. Pena una multa da 100 a 500 euro.

“Non vogliamo trasformare Pavia nella città dei divieti. Non abbiamo nessuna volontà persecutoria”, spiega il primo cittadino che ha previsto una multa anche per chi darà cibo ai gatti in strada, a chi vorrà aggiustarsi la macchina sul suolo pubblico e a chi sbatterà i tappeti fuori dalla fascia oraria consentita, ovvero 9-11 e solo se la finestra affaccia su un cortile.

“Un regolamento a dir poco esagerato. Una vera e propria cultura del divieto. Troppe regole alla fine diventano praticamente inattuabili, visto che per farle rispettare sarebbe necessario un esercito di vigili urbani, mentre il loro organico è ridotto all’osso. Norme spesso difficilmente comprensibili, che in qualche caso potrebbero perfino aumentare le liti tra vicini. Ce n’è una che dice, per esempio, che “sulle proprietà private non si possono mettere cose che rechino danno al decoro”. Ma cosa si intenda per decoro non è specificato”, commenta dall’opposizione Fabio Castagna, consigliere comunale del Pd.

“Abbiamo perfino allungato l’orario in cui, il mercoledì, il venerdì e il sabato, i bar possono vendere birra. Prima era consentito fino alle 23, adesso in quei tre giorni si potrà fino all’una di notte. Per una città come la nostra, popolata da 25 mila studenti universitari, mi sembra una grande apertura. Abbiamo anche diminuito l’entità di molte sanzioni. Però è evidente che dobbiamo dare alla polizia municipale tutti gli strumenti per poter intervenire e limitare gli eccessi quando è necessario”.