Pescara. Gianfranco Di Zio suicida: fuoco in auto, figlia uccisa, moglie grave

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Aprile 2014 - 19:27 OLTRE 6 MESI FA

Pescara: si dà fuoco in auto con la figlia. Muoiono sotto gli occhi della mogliePESCARA –  Un uomo di 48 anni, Gianfranco Di Ziosi è chiuso in auto con la figlia di 5 anni, Neyda e si è dato fuoco, mentre la compagna, madre della bimba, Ena Pietrangelo, cercava di strappare la figlia dalla stretta mortale del padre, invano. Sia Gianfranco Di Zio sia la piccola Neyda sono morti carbonizzati davanti agli occhi della Pietrangelo, gravemente ustionata.

 La tragedia è avvenuta in via Lago di Chiusi, nel quartiere popolare di Rancitelli a Pescara,

Uno dei soccorritori ha descritto con queste parole a un cronista del Centro di Pescara la “scena terribile” che si è offerta ai suoi occhi:

“Quando siamo arrivati ci siamo trovati davanti due figure sul sedile posteriore dell’automobile. I due corpi, uno più grande di una persona adulta e l’altro più piccolo di un bambino o di una bambina, erano interamente carbonizzati”.

In base alle prime ricostruzioni fatte su racconti di testimoni, Gianfranco Di Zio, che era nell’auto con la compagna e la bambina, ha cosparso di benzina se stesso e le due e poi si è dato fuoco si è chiuso dentro l’auto e avrebbe dato fuoco a se stesso ed alla bimba, che ha stretto a sè mentre le fiamme divampavano e senza che la compagna riuscisse a liberare Neyda dalle braccia del padre.

Tutto ha avuto inizio con una lite in auto tra due ex conviventi davanti alla figlia di cinque anni, poi la follia dell’uomo che sparge benzina addosso a tutti e dà fuoco all’abitacolo, bloccando il tentativo estremo della donna di strappare la bimba alle fiamme: una storia di maltrattamenti finita in tragedia a Pescara, con padre e figlia morti carbonizzati, e la madre ricoverata in gravi condizioni al Centro Grandi Ustionati dell’ospedale S.Eugenio di Roma.

Protagonisti della vicenda un uomo di 48 anni, Gianfranco Di Ziola convivente Ena Pietrangelo (44), e la figlia Neyda (5) nata nel 2009 dalla loro storia cominciata nel 2008; i tre, residenti a Cepagatti, un comune dell’entroterra pescarese, vivevano insieme con le altre tre figlie della donna, nate da un precedente matrimonio.

Gianfranco Di Zio, dopo la nascita di Neyda, era diventato particolarmente violento e possessivo nei confronti della piccola al punto che non voleva che la bambina vivesse in casa con le sue sorellastre, rendendo così impossibile la convivenza.

Secondo gli investigatori, coordinati dal dirigente della Squadra Mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana, la donna aveva denunciato il convivente nel 2013 per maltrattamenti, sostenendo che l’uomo era violento e non voleva che la figlia avesse rapporti con le sorellastre. Lo scorso maggio il gip del tribunale aveva disposto l’allontanamento dell’uomo dal comune domicilio.

A ottobre  Gianfranco Di Zio era stato condannato dal tribunale ad un anno di reclusione per maltrattamenti. Lo stesso tribunale gli aveva anche imposto di poter vedere la figlia soltanto una volta alla settimana, presso la scuola materna del paese e in presenza degli assistenti sociali comunali.

L’uomo però aveva più volte violato le disposizioni e nei suoi confronti era stato emesso di recente anche un allontanamento coattivo dall’abitazione. Nel pomeriggio di domenica l’epilogo: in base alla ricostruzione della polizia, sostenuta anche dalle poche parole riferite dalla donna ai soccorritori, i tre si sono incontrati in un posto per poi spostarsi a bordo di una Peugeot di un familiare della donna in una zona isolata nel quartiere Rancitelli di Pescara, probabilmente per discutere di alcune questioni personali, anche se non è da escludere che l’uomo abbia premeditato tutto, organizzando una trappola. Infatti all’improvviso ha tirato fuori una bottiglia contenente benzina, l’ha spruzzata addosso a tutti e ha dato fuoco all’abitacolo, trattenendo la figlia sul sedile posteriore, nonostante l’estremo tentativo della mamma di portarla via; la donna ha riportato ustioni di secondo grado sul 40% del corpo e di terzo grado sul 5% del corpo.