Pezzi di vetro nel panino della scuola, la mamma della bambina che li ha trovati: “Se li avesse ingoiati?”

di redazione cronaca
Pubblicato il 28 Marzo 2024 - 07:55
vetro panino scuola

foto archivio ANSA

Le mense scolastiche di Milano sono al centro di crescente preoccupazione a seguito di una serie di incidenti che hanno visto oggetti estranei, tra cui pezzi di vetro, plastica, un bullone e persino un coleottero, scoperti nei pasti serviti agli studenti. Questi eventi hanno scatenato la mobilitazione di numerosi genitori e l’avvio di un’inchiesta da parte della procura di Milano, con accuse gravi come il “commercio di sostanze alimentari nocive” rivolte contro il rappresentante legale di Centro Cucina Quaranta, uno dei principali fornitori del servizio di mensa gestito da Milano Ristorazione. In risposta a queste preoccupanti scoperte, i genitori degli studenti milanesi hanno lanciato una petizione online che ha rapidamente raccolto oltre 3.000 firme, chiedendo un cambio di fornitore del servizio mensa.

La preoccupazione principale riguarda la sicurezza e il benessere dei bambini, come sottolineato da una mamma in un’intervista al Giorno. La donna è la madre di una bambina che ha trovato pezzi di vetro nel panino servito dalla mensa scolastica: “La mia bambina ha trovato dei pezzi di vetro nel panino della mensa scolastica. Fortunatamente, mia figlia è rimasta illesa, ma cosa sarebbe successo se avesse ingerito quei frammenti taglienti? Non riesco a smettere di pensarci”. La donna ha raccontato di aver consigliato personalmente alla figlia di controllare attentamente ogni piatto prima di mangiare: “Dopo aver sentito di cosa era appena accaduto in un’altra scuola, ho chiesto espressamente alla mia bambina di esaminare attentamente il cibo prima di metterlo in bocca. Così, la bambina non ha subito morso il panino, ma lo ha spezzettato per verificare la presenza di corpi estranei”. La segnalazione di questo incidente alla dirigente scolastica e poi a Milano Ristorazione ha avviato la procedura formale di segnalazione. Ora, la mamma si appella al Comune di Milano affinché sia istituito un controllo più rigoroso e per evitare che la sicurezza dei bambini sia sacrificata in nome del risparmio.