Ventimila poliziotti feriti, risarcimenti lumaca: mancano i soldi

Pubblicato il 20 Ottobre 2011 - 13:29 OLTRE 6 MESI FA

Un momento degli scontri di Roma (Foto Lapresse)

ROMA – Sono ventimila i poliziotti rimasti feriti facendo il loro lavoro e che aspettano di essere risarciti. Ventimila celerini che all’Ufficio Pensioni della Polizia risultano però come “pratiche arretrate”. I risarcimenti non li hanno ancora visti e i tempi sono lunghi anni. Non ci sono soldi. Le ultime “pratiche” risalgono a sabato scorso. Feriti dal lancio di sampietrini e bombe carta, sono 105 i poliziotti che hanno riportato ferite duranti gli scontri di Roma. Le spese mediche sostenute per i danni subiti in servizio restano per anni a carico del singolo agente.

“Ci sono agenti – spiega Giorgio Innocenzi, segretario generale della Consap, la Confederazione nazionale dei poliziotti – che attendono anni prima di vedere qualche euro. Qualcuno nel frattempo è andato in pensione, altri sono purtroppo morti di vecchiaia. Mentre affrontiamo la questione dei 105 feriti di sabato scorso, ci sono da risarcire ancora le decine di uomini finiti in ospedale il 14 dicembre dell’anno scorso dopo gli scontri in via del Corso”.

Tra queste 20mila storie molte riguardano agenti in sevizio a Roma e si riferiscono ad attività di ordine pubblico, manifestazioni o stadio. “C’è il caso di un collega che durante il servizio ha perso i denti dopo essere stato colpito da un sasso al volto – racconta Innocenzi -. Ha pagato di tasca sua il dentista per le cure necessarie, ma non gli è ancora stato restituito nulla. Da una parte l’Amministrazione chiede sacrifici, dall’altra non dimostra buona volontà nel riconoscere i danni da causa di servizio. Se l’arretrato ha raggiunto questi livelli, non pare peregrino ritenere che ci sia una grossa responsabilità anche in chi ha la responsabilità di far funzionare quell’ufficio”.

Ora la Consap, insieme a Codacons, ha deciso di mandare avanti una class action. Le conseguenze intanto potrebbero farsi sentire a breve: “I nostri agenti sono dei professionisti seri e preparati, ma non ci stanno a fare da bersagli. Se non cambia l’approccio operativo dell’ordine pubblico non si può escludere che il personale marchi visita, si metta in malattia per non finire a fare la bella statuina”.