“Provenzano era rifugiato in Alto Lazio”: il ‘messaggero’ a Servizio Pubblico

Pubblicato il 25 Maggio 2012 - 00:57 OLTRE 6 MESI FA

VITERBO – Il boss mafioso Bernardo Provenzano avrebbe trascorso la parte finale della sua latitanza in un casolare dell’Alto Lazio, vicino al confine con l’Umbria. E’ quanto ha detto, in un’intervista esclusiva al giornalista Sandro Ruotolo per la trasmissione ‘Servizio Pubblico’ di Michele Santoro, il cosiddetto ‘messaggero di Provenzano’. Un uomo, indicato come un commercialista residente nel Lazio, attraverso il quale il boss avrebbe contattato i magistrati perche’ voleva costituirsi.

Provenzano, sempre secondo il suo ‘messaggero’, avrebbe chiesto ed ottenuto che nessuno fosse messo a parte della sua ‘resa’ e del denaro (ha parlato di 2 milioni di euro in un paradiso fiscale). Avrebbe quindi minacciato di rendere pubblica la trattativa qualora fosse trapelata la notizia che si era costituito.

I contatti con il ‘messaggero’, secondo quanto reso noto dall’uomo stasera, iniziarono con il procuratore nazionale antimafia Vigna e proseguirono con Pietro Grasso, che gli subentro’ pochi mesi dopo. Ma i magistrati, come ha dichiarato lo stesso Vigna, anche sulla base delle informazioni fornite dai servizi, ritennero inattendibile il ‘messaggero’. Provenzano verra’ arrestato l’11 aprile 2006 in Sicilia. Pochi mesi dopo il presunto contatto tra il suo ‘messaggero’ e i magistrati.