Rifiuti, Roma presto come Napoli?

Pubblicato il 15 Marzo 2012 - 21:11 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 15 MAR – L'ipotesi di Corcolle che si allontanerebbe, troppi paletti 'europei' per Monti dell'Ortaccio, una Malagrotta che la Regione Lazio non ha alcuna intenzione di prorogare. E poi il via libera al termovalorizzatore di Albano, mancherebbe solo il deposito della sentenza. Sono i primi elementi di un mosaico, quello dei rifiuti, che sara' chiarito solo il prossimo 22 marzo.

Quando cioe' il ministro dell'Ambiente Corrado Clini riunira' nuovamente attorno a se' Campidoglio, Provincia di Roma e Regione Lazio insieme col prefetto-commissario Giuseppe Pecoraro per provare a uscire da un'impasse il cui incubo si chiama Napoli. Sara' la riunione della cabina di regia mista che fara' il punto sugli ulteriori rilievi disposti sui due siti per discariche individuati da Pecoraro (Riano e Corcolle) ma anche sugli altri cinque del carnet che uno studio preliminare della Regione ha fornito al commissario, e cioe' Osteriaccia, Castel Romano, Pizzo del Prete, Monti dell'Ortaccio e Pian Dell'Olmo. Il lavoro, ha spiegato stamattina Pecoraro a un quotidiano, e' sulle deroghe a cui bisogna ricorrere per Corcolle e Riano. Se non sara' possibile darne, si esamineranno gli altri siti. Ma e' una margherita di opzioni che di giorno in giorno comincia a perdere i petali.

A strappare il primo e' stato stamane lo stesso Clini, in audizione alla commissione Ecomafie, ed e' proprio Corcolle: ''Per il ministro Ornaghi – ha detto Clini – la situazione e' difficilmente aggirabile'' (gioia tra i comitati locali: ''E' una giornata di sole''). E poi c'e' quel Monti dell'Ortaccio, di proprieta' del patron di Malagrotta Manlio Cerroni, accanto alla vecchia maxidiscarica. Il petalo lo tirano la governatrice Renata Polverini e il sindaco Gianni Alemanno: ''Si puo' escludere – ha detto la prima – perche' la Ue individua tutta l'area come contaminata''.

''La situazione – ha affermato il secondo – e' compromessa dal punto di vista dell'ambiente. Ma ci rimettiamo alle decisioni tecniche''. Inutile chiedere commenti su Riano e Corcolle: ''E' una fase delicata, basta parlare di siti'' taglia corto Polverini. ''Nessuna ipotesi e' tramontata'' soggiunge Alemanno. E allora? Si procede per ipotesi. Il nodo, a quanto pare, e' giuridico, giacche' tutti i siti presentano criticita' rilevanti: ospedali, parchi, centri commerciali, oppure semplicemente poco spazio. Pecoraro scelse Riano e Corcolle perche' erano cave con volumetrie imponenti subito disponibili. Il ministro potrebbe non voler pero' sconfessare del tutto il prefetto, e attuare una soluzione provvisoria solo su Riano. Si guadagnerebbe un po' di tempo, e si chiuderebbe un fronte. L'altra cava in ballo, Pian dell'Olmo, del resto e' molto piccola (200 mila metri cubi; a Riano-Quadro Alto, per dire, sono 2,8 milioni) ed e' vicinissima a Riano. Malagrotta, questo e' certo, non sara' prorogata da Polverini che in serata ha inviato una lunga lettera al ministro nella quale ripercorre ''dieci anni di omissioni e rinvii'' della storia dei rifiuti del Lazio. Ne' Malagrotta la prorogherebbe Pecoraro, in assenza di siti alternativi. Potrebbe, per cause di forza maggiore dovute ai tempi, si riflette in ambienti politici, farlo pero' il 'tecnico' Clini.

Che, ottenute le eventuali deroghe e in nome dell'emergenza, potrebbe anche dare d'imperio il via ai lavori dove lo ritenesse opportuno. Per l'opposizione si tratta di un comodo scaricabarile. Non per Polverini: ''Non c'e' alcun rimpallo di competenze – ha detto – ma assoluta collaborazione istituzionale, almeno per noi''. L'opposizione non ci sta: ''La verita' sulle responsabilita' sta venendo fuori – ha affermato pero' il capogruppo regionale Pd Esterino Montino. Intanto i giorni passano: ''Delle due l'una – diceva stamattina Clini – o Malagrotta forever o c'e' la possibilita' concreta di trovare una soluzione''. La stanno cercando.