Roma: la nuova Atac triplica le perdite e S&P rivede il giudizio

Pubblicato il 28 Giugno 2010 - 21:52 OLTRE 6 MESI FA

L’Atac, l’azienda che a Roma gestisce i trasporti pubblici, è un gigante con i piedi d’argilla, che perde più di quanto guadagna e che ogni anno perde di più. Nonostante ciò conta più di 13 mila dipendenti, circa la metà dell’intero organico delle partecipate del Comune di Roma e produce oltre 200 milioni di vetture/Km, pari al 20% del mercato nazionale di riferimento.

La perdita d’esercizio è pari a 91,2 milioni di euro. L’indebitamento verso il sistema bancario che viaggia intorno ai 345 milioni di euro. Con una previsione di budget riveduta e corretta che a giugno 2010 fissa le perdite a quota 131 milioni, e il Margine operativo lordo (Mol) che scende da 97,4 milioni giù in picchiata fino 60,5 milioni e nell’ipotesi peggiore addirittura fino a 20,8. Sono i numeri della nuova Atac Spa, il bilancio (al 31 dicembre del 2009) che dovrà essere approvato il prossimo 28 giugno.

Ma la cosa assurda è che l’Atac è il risultato della fusione tra tre partecipate, la Trambus, la Met.Ro spa e l’ex Agenzia della mobilità(Atac). E nel 2008 queste tre agenzie prese singolarmente chiudevano tutte (tranne l’Atac) in attivo. In pratica, dopo la fusione, in un solo esercizio, la perdita si è quasi triplicata.

Non è un caso, allora, che il 30 aprile scorso, gli analisti di Standard & Poor’s hanno cambiato la valutazione sulle prospettive da stabili a negative. “E’ un giudizio che per una società municipalizzata è un fatto grave – commenta Marcello Clarich, ordinario di Diritto amministrativo alla Luiss Guido Carli – i costi dell’indebitamento richiederanno all’attuale management uno sforzo di ristrutturazione molto incisivo. Usualmente – continua il docente – da un’operazione di fusione ci si attende un aumento della redditività o una riduzione del deficit”.