Agente: “Ruby, la busta con i 15 mila euro e le avances di Berlusconi”

Pubblicato il 13 Febbraio 2012 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – ”Ruby mi disse che voleva fare il carabiniere, e quando io le feci notare che non poteva anche perché non aveva nemmeno i documenti, lei mi rispose che ci avrebbe pensato Silvio a farle avere i documenti, disse che l’avrebbe aiutata perche’ era la nipote di Mubarak”. Sono le confidenze che la giovane marocchina raccontò al poliziotto Ermes Cafaro, intervenuto il 27 maggio 2010 per portare la ragazza al commissariato e che oggi sta testimoniando in aula nel processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi.

In aula, l’agente Ermes Cafaro, sta ricostruendo cosa accadde il 27 maggio del 2010, quando Ruby si trovava in un centro estetico in zona corso Buenos Aires, a Milano, e venne riconosciuta dalla sua ex amica ed ex coinquilina Caterina Pasquino. Fu quest’ultima a chiamare il 113 per denunciare che la marocchina, qualche giorno prima, le aveva portato via da casa soldi e gioielli per un valore di circa 3 mila euro.

”Io e il collega Russo – ha spiegato Cafaro, rispondendo al pm Antonio Sangermano – siamo intervenuti dopo quella telefonata che arrivo’ verso le 18,15”. Il poliziotto ha chiarito che i due fecero subito accertamenti sulla ragazza, scoprendo che ”aveva un precedente per furto e che si era allontanata circa un anno prima da una comunita’ a Messina”. L’ agente, poco dopo le 19, contatto’ il pm dei minori Annamaria Fiorillo, la quale diede disposizione di ”affidarla a una comunita’, dopo il foto-segnalamento, visti i suoi precedenti, e spiego’ che, nel caso non ci fosse stato posto, dovevamo trattenerla in Questura fino al giorno successivo”. La minorenne, invece, stando a quanto ricostruito dalle indagini, venne rilasciata dalla Questura verso le due di notte e affidata a Nicole Minetti, dietro pressioni, secondo l’accusa, di Silvio Berlusconi.

”Ruby ebbe una reazione emotiva di sofferenza e si mise a piangere, quando le dicemmo cosa aveva deciso il pm minorile”, ha aggiunto Cafaro. La ragazza marocchina venne poi portata al commissariato Monforte-Vittoria per ”la stesura degli atti”, prima dell’accompagnamento in Questura per ”il foto-segnalamento”. Nel commissariato lei si confido’ con il poliziotto. ”Comincio’ a dire che da grande avrebbe voluto fare il carabiniere – ha raccontato l’agente – e io le dissi che visti i suoi precedenti e il fatto che non aveva nemmeno i documenti era impossibile. Lei mi rispose che ci avrebbe pensato ‘Silvio’ a farle avere i documenti e mi ripeteva questo nome ‘Silvio’ diverse volte, senza che io capissi li’ per li’ a chi si stava riferendo”. Fino a che ”mi disse che questo Silvio l’avrebbe aiutata, perche’ lei era la nipote di Mubarak”. La difesa, con gli avvocati Filippo Dinacci e Giorgio Perroni, ha sollevato un’eccezione, cercando di bloccare la testimonianza dell’agente in relazione proprio a queste confidenze, ma i giudici l’hanno respinta.

“Avance di Berlusconi”. Ruby, racconta ancora l’agente, ”mi disse che il presidente Silvio Berlusconi le fece delle avances cosa che lei aveva rifiutato”. Lo ha spiegato al processo sul caso Ruby nel quale e’ imputato Silvio Berlusconi l’agente di polizia Ermes Cafaro, uno dei poliziotti che ebbe a che fare con la giovane marocchina nella notte tra il 27 e il 28 maggio quando la ragazza venne portata in questura per via di un furto. Cafaro, che aveva raccolto le confidenze di Ruby, in aula ha spiegato che la ragazza, allora minorenne, gli racconto’ di una festa a villa San Martino a cui partecipo’, quella del 14 febbraio 2010, nella quale c’erano uomini e donne, con le seconde che si ‘spogliavano’, e per questo si era sentita ”a disagio”. Il poliziotto ha anche spiegato che Ruby ”mi disse che erano avances sessuali ma non mi ha spiegato il loro tenore”.

Ermes Cafaro, che era di turno il giorno dell’intervento della volante in corso Buenos Aires a Milano, ha anche confermato che il pm dei minori Annamaria Fiorillo, quando Ruby venne fermata perche’ accusata di un furto il 27 maggio 2010, ordino’ ai funzionari di polizia ”che venisse affidata ad una comunita’ o, nel caso non ci fosse posto, che venisse trattenuta in Questura la notte”.

Busta con 15 mila euro. Una busta con 15 mila euro sarebbe stata consegnata a Ruby dal caposcorta di Silvio Berlusconi la sera del 14 febbraio 2010 quando la giovane marocchina, ospite a una serata ad Arcore, si fece accompagnare a casa perche’ ”non si trovava a suo agio”. Lo ha raccontato l’agente di Ps, Ermes Cafaro, uno dei poliziotti che ebbe a che fare con la giovane marocchina tra il 27 e il 28 maggio di due anni fa quando venne portata in questura per un furto. Cafaro, sentito oggi come testimone al processo sul Rubygate nel quale e’ imputato Silvio Berlusconi, ha spiegato che la giovane marocchina gli aveva raccontato di essere andata a Villa San Martino tramite Lele Mora e che a quella festa ”non si era divertita perche’ c’erano uomini e donne alcune delle quali si spogliavano”. L’agente ha poi continuato spiegando che la giovane gli riferi’ che ”si fece accompagnare dalla scorta fuori dalla festa e che, a suo dire, il caposcorta di Silvio Berlusconi gli avrebbe consegnato una busta con 15 mila euro”.