Sarah Scazzi, Prof. Paolo Arbarello: “Non fu strangolata, morta in 5 minuti”

Pubblicato il 8 Gennaio 2013 - 13:55 OLTRE 6 MESI FA
Sarah Scazzi

TARANTO – Sarah Scazzi “è morta in cinque minuti” ma “non è morta strangolata”: lo afferma il direttore del Dipartimento di scienze anatomiche, istologiche, medico-legali e dell’apparato locomotore dell’università La Sapienza di Roma, Paolo Arbarello, consulente della difesa di Sabrina Misseri, nel corso del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi.

Non ci sono elementi per affermare con certezza che la sfortunata ragazza sia morta per strangolamento – dice Arbarello – Il livello in cui si colloca la lesione non è compatibile con lo strangolamento. Guardando le foto, la fascia è molto sotto il mento. Non c’è una ragione che mi spieghi, anche in termini isto-patologici, perché la cute della povera ragazza immersa in acqua abbia questa fascia preservata”.

Il solco biancastro rilevato sarebbe, secondo Arbarello, più compatibile con l’impiccamento. La compressione del collo, ha precisato il docente universitario, avrebbe dovuto provocare un’emorragia che non è stata riscontrata in sede di esame autoptico. Arbarello ha criticato la metodologia utilizzata dal medico legale Luigi Strada, consulente dei pubblici ministeri, sia in relazione alla scelta di eseguire un solo prelievo, ai fini degli esami istologici, per la zona che riguarda il collo, sia per l’esame del contenuto gastrico e intestinale, ritenuto non approfondito. ”E’ irrituale – ha detto Arbarello – che nel corso dell’ autopsia non si faccia un prelievo del contenuto gastrico”.

Il ‘solco biancastro’ rilevato dal medico legale Luigi Strada, secondo Arbarello, deriva “quasi certamente dalla postura della ragazza, che aveva il capo reclinato da un lato e pressava sul tronco”. Si tratta del ”tratto di pelle meno compromesso dal resto del processo di macerazione nell’acqua”.