Scuola media, 300 alunni sospesi: facevano foto di nascosto a studenti e prof e poi le postavano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Giugno 2021 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA
Scuola media, 300 alunni sospesi: facevano foto di nascosto a studenti e prof e poi le postavano

Scuola media, 300 alunni sospesi: facevano foto di nascosto a studenti e prof e poi le postavano FOTO ANSA

Ci sono 300 alunni sospesi in una sola scuola, ovvero la scuola media di Caraglio (Cuneo). Alunni sospesi in massa perché hanno scattato foto di nascosto a prof e compagni, durante la dad o in classe, pubblicandole poi sui gruppi social. Foto che inoltre erano state anche modificate con parolacce, insulti e allusioni sessuali. Così la dirigente della scuola media ha sospeso 12 classi e circa 300 alunni, obbligandoli però a frequentare le lezioni.

L’esercito degli alunni sospesi in massa

“Alcuni hanno ammesso le loro responsabilità, i più hanno negato. – spiega la dirigente – Moltissimi hanno riconosciuto di aver visto le immagini. Amareggia che nessuno abbia ritenuto di fermare questa catena, segnalando la cosa ai genitori o agli insegnanti”. La dirigente dell’istituto comprensivo Riberi di Caraglio ha scritto quindi una lunga lettera ai genitori per spiegare il motivo del provvedimento.

Nella lettera precisa, tra l’altro, di avere imposto a tutti gli studenti colpiti dalla sospensione di andare a scuola “per riflettere su quanto accaduto”. Il Collegio dei docenti della scuola secondaria “ha avviato una profonda riflessione interna, condividendo l’amarezza per la superficialità e la mancanza di rispetto manifestata dai ragazzi, verso compagni e insegnanti. E ha concordato sul fatto che occorra dare un segnale netto“.

La responsabilità dei genitori

Nella lettera la dirigente non esclude di adottare altri provvedimenti e ricorda che in Europa il limite per iscriversi su un social (il cosiddetto “consenso digitale”) è di 16 anni, mentre in Italia è di 14: sotto quell’età “deve essere registrato il consenso dei genitori. Che ne hanno anche la piena responsabilità – scrive ancora la preside -. Alcune immagini circolate e diffuse in modo molto ampio sono altamente offensive e i genitori degli alunni interessati, o i docenti, faranno le loro valutazioni se procedere anche in altre sedi”.