Silvio Fanella “er pupillo” di Mokbel: “Nella mia vita ho contato 200 miliardi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Luglio 2014 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Fanella "er pupillo" di Mokbel: "Nella mia vita ho contato 200 miliardi"

(Foto LaPresse)

ROMA – “Nella mia vita avrò contato qualcosa come duecento miliardi di euro”. Queste le parole di Silvio Fanella, ucciso a Roma il 3 luglio e considerato il cassiere di Gennaro Mokbel nella truffa Fastweb, in una intercettazione del 2007 durante l’inchiesta su Telecom Italia Sparkle.

Walter Galbiati su Repubblica riporta il testo dell’intercettazione tra Fanella e altri accusati della truffa, da Mokbel a Carlo Focarelli e Giuseppe Cherubini. Intercettazioni in cui Fanella racconta il suo ruolo nel gruppo:

“Quello che faceva “il Pupillo” lo racconta lui stesso in una intercettazione ambientale captata con una microspia in un albergo a Londra dove si era recato per discutere come imbastire gli affari offshore con i “bad boys” , i soci inglesi. Parla di soldi. “Me li sono presi in tutte le maniere botti (fallimenti ndr) …sole (truffe ndr) …evasioni … in tutte e …scippi per strada ai corrieri che io sapevo…cioè tutto e de più!!!…però non ce l’ho più!”.

Ecco i testi delle intercettazioni:

“Focarelli: “Una marrone e una nera, io sono venuto qua con una marrone e una nera”
Fanella: “I brillanti là c’entrano pari e patti”.
Cherubini: “Comunque guarda che pure i biglietti da cinquecento…qui ce ne vanno cinquantamila”.
Fanella: “Ma li devi tutti spappolà…”.
Cherubini: “Che spappolà…”.
Fanella: “A Pino! qui parla …qua so professionista de sordi fermate! penso de avè contato nella mia vita qualcosa come duecento miliardi”.
Cherubini: “Porca troia”.
Fanella: “Contati proprio”.
Cherubini: “Complimenti”.
Fanella: “Però non ce li ho! Hai capito …quindi a livello di conteggi fermi tutti!”.

Quella volta era pronto a incassare la sua parte.

Fanella: “Abbiamo preso una tortata a me risulta che mo’ una fattura la piglia solo esclusivamente da giù. A me mi deve dà un milione e otto oh …poi facesse come gli pare …c’ho messo i soldi che amo mandato a Bufalo… i sordi qua… A me mi deve dà un milione e otto…Quattro e sette gli ha già presi e quattro e mezzo me li deve mandà via… gli avanza mezzo milione… so’ due milioni e tre calcolando assegni… con la sua sono due milioni e due …due milioni e cento…quattro piotte so de contenuti”.
Focarelli: “Vi servono a Roma?”
Fanella: “A Roma te lo sto a dì…quando torna glie dimo aoh! Bello portameli tutti qui … taglio grosso, tutti da cinquecento li voglio aoh!…che cazzo ce faccio …portano i sordi da cinquanta venti!”.

Fanella sapeva tutto dei soldi, aveva accesso alle cassette di sicurezza della banda come quelle a Londra presso Harrod’s e poteva muovere i conti bancari. Ed era sempre lui a intrattenere i rapporti con chi gestiva il “cucuzzaro” all’estero. Esperti di transazioni internazionali in grado di spostare i soldi da Londra alle isole dei Caraibi, da Dubai a Singapore attraverso scatole societarie e prestanomi. Nell’affare Fastweb-Telecom l’uomo offshore era Augusto Murri che operava dalle Antille olandesi a bordo di uno yacht. Era stato Fanella a convincere Murri a sbloccare i conti quando si temeva che la Guardia di finanza potesse mettere le mani sul malloppo. Lo aveva spiegato in una telefonata al capo, Gennaro Mokbel.

Fanella: “Senti un po’ io ho finito tutto”.
Mokbel: “In che senso?
Fanella: “Ho fatto tutto …non c’avemo più niente adesso in banca”.
Mokbel: “Ah, come godo ridimmelo un po’”
Fanella: “Non c’abbiamo più niente c’ho i… per finire e basta”.
Mokbel: “Va bene meno male”.
Fanella: “Capito? Ce l’ha tutti in mano er Polpetta”
Mokbel: “Bravo”.
Fanella: “Sappilo. Ce l’ha tutti lui, sappilo…se impazzisce questo…Praticamente sono andato dal “Puzzola” (Carlo Focarelli ndr) e gli ho detto “oh, a bello, se s’impazzisce questo sappi che, che inc… quell’altri”.
Mokbel: “Che ce frega a noi. Se s’impazzisce quello paga chi è responsabile per lui”.
Fanella: “Ce n’ha sei, non è che sono tanti tanti tanti, ne ha avuti di più”. Mokbel: “So tanti…te pare sempre pochi…comunque non parlà più a sto telefono”.

Era l’estate del 2007”.

(Foto LaPresse)