Spese pazze Piemonte, Roberto Cota restituisce i soldi di mutande e ristoranti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Aprile 2014 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA
Spese pazze Piemonte, Roberto Cota restituisce i soldi di mutande e ristoranti

Roberto Cota

TORINO – Mutande, cene in ristoranti di lusso, lavatrici e altro ancora. Queste le spese “pazze” che figurano nell’indagine che ha portato a 43 consiglieri regionali del Piemonte indagati, tra cui Roberto Cota. Proprio il governatore Cota si è detto pronto a restituire i rimborsi, circa 32mila euro, per arrivare al patteggiamento. Il vantaggio di patteggiare, oltre a condanne meno pesanti, riguarda anche l’incandidabilità prevista dalla legge Severino.

Ottavia Giustetti e Sarah Martinenghi su Repubblica scrivono di Cota:

“Ha dovuto sborsare circa 32 mila euro che corrispondono alla somma contestata dalla procura (tra mutante rimborsi per cene al ristorante) più il trenta per cento del danno all’immagine provocato all’ente da lui governato. “Cota, pur ribadendo la correttezza del proprio comportamento e la propria assoluta innocenza rispetto alle accuse mosse dalla procura di Torino – ha detto il suo avvocato Domenico Aiello – ha deciso di agire in questo modo in un’ottica di trasparenza”. A sorpresa, alla vigilia della prima udienza, aveva comunicato la sua scelta di farsi giudicare da solo e con il rito immediato. Il processo per lui si aprirà il 21 ottobre”.

Ad aver restituito i rimborsi atri 15 politici indagati in Piemonte:

“circa 300 mila euro sono già stati versati sul conto della tesoreria della Regione (altrettanti sono in arrivo) contro il milione e mezzo che complessivamente viene contestato. Risarcire significa ottenere l’attenuante nel processo con l’accusa di peculato ed è la condizione necessaria per ottenere il patteggiamento. I soldi però resteranno «congelati» fino a che non sarà nominata una nuova giunta (l’attuale è infatti in evidente conflitto d’interessi) che possa rilasciare l’atto formale di quietanza ai consiglieri. Anche se questa pratica resta formalmente bloccata fino all’esito delle nuove elezioni, procede a passi spediti la «trattativa» degli avvocati che cercano di conquistare per i propri clienti buone condizioni di patteggiamento”.

E anche se l’elenco dei consiglieri disposti alla restituzione è ancora ufficioso, Repubblica fa i primi nomi:

“Molti sono leghisti ma c’è anche qualche ex Pdl ed esponenti dei monogruppi. Tra i nomi dati quasi per certi compaiono quelli di Giovanna Quaglia ed Elena Maccanti, insieme ad Antonello Angeleri, Michele Marinello e Gianfranco Novero, del Carrocccio. Marco Botta e Francesco Toselli ex Pdl”.