Stamina, dalle proteste in piazza alle inchieste in tribunale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Aprile 2014 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA
Stamina, dalle proteste in piazza alle inchieste in tribunale

Davide Vannoni (Foto LaPresse)

TORINO – Il Metodo Stamina tra proteste in piazza e richieste di sperimentazione arriva in Tribunale. Dal 2007, anno di fondazione della Stamina Foundation da parte di Davide Vannoni, molte cose sono cambiate. E la strada presa dal Metodo, che dagli ospedali e dalle piazze arriva all’inchiesta per associazione a delinquere aggravata e finalizzata alla truffa da parte della Procura di Torino, è ancora lunga da percorrere.

Tutto inizia il 28 settembre 2011, quando Davide Vannoni e gli Spedali Civili di Brescia siglano un accordo per applicare il metodo Stamina in un laboratorio della struttura.

Tra ottobre 2011 e aprile 2012 sono 12 i pazienti trattati, di cui 4 bambini e 8 adulti.

Poi il 12 maggio 2012 l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) chiude il laboratorio degli Spedali Civili di Brescia per mancanza di autorizzazioni e rischi per la sicurezza dei pazienti.

Nel luglio 2012 l’ordinanza di chiusura dell’Aifa viene impugnata dalla Stamina Foundation e da alcuni genitori.

Intanto nell’agosto 2012 il tribunale di Venezia impone agli Spedali di Brescia di continuare le cure con il metodo Stamina su di una piccola paziente. Almeno 30 famiglie ottengono le cure per via giudiziaria.

La vicenda continua a crescere, così come l’interesse mediatico, e nel marzo 2013 viene emanato il ‘decreto Balduzzi’ che prevede la prosecuzione del trattamento per chi è già in cura e la sperimentazione sul metodo con le regole dei trapianti.

Appena due mesi e a maggio 2013 arriva il cambio di linea: vengono stanziati con decreto 3 milioni di euro per la sperimentazione clinica seguendo le regole utilizzate per i farmaci. Il coordinamento è affidato all’Istituto superiore di sanità. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nomina un comitato scientifico di esperti.

Il 1° agosto 2013,  dopo diversi rinvii, Davide Vannoni consegna la metodica Stamina al comitato scientifico ottenendo garanzie di riservatezza. Intanto, numerosi altri ricorsi di malati sono accolti dai tribunali.

Il 29 agosto 2013 arriva il parere negativo all’unanimità del comitato scientifico sul metodo, per “mancanza di basi scientifiche” ed elementi di pericolosità per i pazienti.

Un parere che Vannoni non accetta, così il 27 settembre 2013 la Stamina Foundation deposita al Tar del Lazio il ricorso amministrativo per contestare la composizione della Commissione scientifica del Ministero della salute.

Il 10 ottobre 2013 il ministero della Salute blocca la sperimentazione, considerando il parere del Comitato scientifico e quello successivo dell’avvocatura dello Stato.

A questo punto i pro-Stamina si muovono e il 25 novembre 2013 scendono in piazza: presidi di malati bloccano le strade del centro di Roma. Sandro Biviano e Roberto Meloni, entrambi in carrozzella, attuano una protesta ‘shock’: utilizzano flebo e siringhe per estrarsi del sangue, gettandolo poi sulle foto di Giorgio Napolitano, Enrico Letta e Beatrice Lorenzin.

Il 4 dicembre 2013 il Tar del Lazio sospende il parere del comitato scientifico contrario alla sperimentazione, accogliendo dunque il ricorso di Davide Vannoni. Il ministero annuncia la nomina, a breve, di un nuovo comitato scientifico per la valutazione del metodo Stamina.

Poi il 7 febbraio 2014 Davide Vannoni viene rinviato a giudizio per tentata truffa. Gli viene contestato il tentativo di ottenere dalla Regione Piemonte un finanziamento di mezzo milione di euro, prima concesso e poi revocato. Una richiesta, secondo la Procura di Torino, avanzata nonostante la sua fondazione non avesse i titoli per ottenerla. E, addirittura, illustrando nel progetto sei casi di pazienti in realtà inventati.

Il 23 aprile 2014 la Procura di Torino chiude l’inchiesta sulla metodica e avvia le notifiche di avviso chiusura indagini, l’atto che di norma precede il rinvio a giudizio, per venti persone. Tra queste Davide Vannoni. Diversi i reati ipotizzati nei suoi confronti e, a vario titolo, nei confronti del suo entourage.