Telegram, la piazza virtuale in cui i No Green Pass minacciano e si scambiano i numeri dei “nemici”

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 31 Agosto 2021 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA
Telegram, la piazza virtuale in cui i No Green Pass minacciano e si scambiano i numeri dei "nemici"

Telegram, la piazza virtuale in cui i No Green Pass minacciano e si scambiano i numeri dei “nemici” (Foto d’archivio Ansa)

E’ Telegram la piazza virtuale in cui i No Green Pass, No Vax, No Mask e No Tutto si incontrano. Si incontrano e si scambiano dati. Che tipo di dati? Quelli dei nemici: numeri di telefono, indirizzi di casa, posta elettronica. Si passano le informazioni per poi colpire i traditori, i servi del Sistema. Anzi del Regime, come amano dire su queste chat.

Si scambiano informazioni e si organizzano. Il problema è capire quando dal virtuale ci si sposta nel reale. Cioè quando le minacce diventano aggressioni, quando le parole scritte diventano insulti urlati. O cazzotti e schiaffi sui “mercenari” (leggi alla voce giornalisti). Sperando che non succeda il peggio, quello che però è impossibile non cominciare a temere. Fin dove si spingerà la furia e la follia di queste persone che pensano di essere all’interno di un grande complotto?

Lo ha detto chiaro e tondo Bassetti, il virologo bersaglio delle minacce (prima virtuali, poi reali). Non siamo davanti a un fenomeno folkloristico, ma ad un gruppo eversivo strutturato e organizzato. E la storia insegna che i gruppi eversivi prima o poi escono dalla tana e partono con gli atti dimostrativi. Per ora minacciano il blocco dei treni. E domani che succederà?

Su Telegram i numeri di chi lavora a Palazzo Chigi

Racconta oggi Repubblica che sulle chat di Telegram l’ultima trovata è quella di pubblicare dati di chi lavora a Palazzo Chigi. Nomi, cognomi, numeri di telefono, indirizzi (laddove possibile), email, uffici. Personale schedato che ha la “colpa” di lavorare nel posto in cui è stato deciso di adottare lo strumento del Green Pass. Persone che, come si legge da uno screenshot, sono da far “cagar… sotto”.

L’aggressione per strada a Bassetti

“Il mio aggressore è stato denunciato direttamente dalla polizia, e anche da me: è la settantesima denuncia che presenta il mio avvocato”. La dice intervisto da ‘Il Corriere della Sera‘ e ‘La Stampa’, Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova, vittima di un’aggressione davanti al portone di casa.

“Ero appena rientrato con mia moglie e i miei figli da una breve vacanza in Sardegna. Sono uscito per comperare certi piccoli sigari che ogni tanto fumo. Sto per rientrare e vedo su di me uno sguardo di persona che mi riconosce. Ha cominciato a ricoprirmi di insulti e mi urlava: “I vaccini fatteli tu”, “Ti ammazzo”.

Bassetti ha chiamato la polizia. “Quando ha sentito le sirene è corso via, ma è stato subito raggiunto dagli agenti. Ho saputo che si tratta di un uomo di 46 anni che è stato portato in Questura”.

Anche il numero di Bassetti è finito su Telegram

Il virologo sottolinea di essere stato vittima di minacce e di essere sotto sorveglianza. “Sono iniziate attorno a dicembre dell’anno scorso, quando si sono resi disponibili i vaccini. Io ho sempre assunto posizioni pro vax, come del resto tutti coloro che fanno il mio mestiere e le ho sempre sostenute”.

Secondo il virologo c’è un escalation di episodi violenti. “Bisogna smetterla di considerare queste persone come un fenomeno folkloristico – sostiene -: oggi ho ricevuto un centinaio tra messaggi e chiamate anonime, hanno messo il mio numero sulle chat Telegram. È un movimento eversivo e organizzato, la magistratura deve agire, lo dico da cinque mesi”.