Terremoto Abruzzo: la gatta “Nerina” ritorna da sola dal suo padrone dopo 2 anni

Pubblicato il 18 Aprile 2011 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA

La gatta col padrone (Foto presa dalla Tribuna di Treviso)

ROMA – Una storia incredibile quella che arriva dall’Abruzzo. Una gattina, Nerina, ha raggiunto il suo padrone dopo essersi smarrita in seguito al terremoto che devastò L’Aquila due anni fa. La gatta ha vagato per due anni prima di trovare il suo padrone nella nuova casa.

La Tribuna di Treviso racconta la storia di don Giovanni Gatto che dopo essere fuggito in fretta dalla sua casa che tremava durante il sisma, ha potuto riabbracciare la sua amata micetta. La notte del terremoto con don Giovanni Gatto c’erano la sua cagnetta, che l’aveva salvato svegliandolo e guidandolo tra le macerie della canonica crollata abbaiando, poi finita sotto le ruote di un veicolo, e due gatte: una certosina che si è salvata e ora è a Caonada da sua madre, e Nerina, di cui non si era saputo più nulla. Si pensava fosse morta sotto le macerie.

Dopo due anni invece la gatta si è fatta viva proprio dove adesso abita don Giovanni, in una delle casette della Protezione Civile, a due chilometri di distanza dalla canonica crollata e dove aveva visto per l’ultima volta la sua gatta. “E’ anche questo un segno – dice commosso don Giovanni Gatto – era scomparsa sotto le macerie, pensavo fosse morta, invece l’ho vista rispuntare giusto a due anni dal terremoto. L’ho riconosciuta da una ferita che ha alla bocca e dal comportamento. Graffia le porte come faceva in canonica quando voleva uscire, ha proprio gli stessi comportamenti. E’ proprio lei, Nerina, che pensavo non ci fosse più e invece è tornata”.

Non aveva dimenticato il suo padrone, come abbia fatto a ritrovarlo nessuno se lo sa immaginare, anche perché se i gatti sono soliti tornare alla loro vecchia casa, in questo caso è andata lei in cerca del sacerdote di Caonada visto che la canonica è ancora un cumulo di macerie. “Nerina era solita stare via anche a lungo – racconta don Giovanni – quando grattava la porta dovevo farla uscire e se ne stava via per ore e ore, anche per un giorno, poi tornava. Ma mancava da due anni, non l’avevo più vista neppure nei pressi della canonica, presso quelle macerie dove credevo fosse rimasta schiacciata. Non so come abbia fatto ad arrivare proprio nella casa dove vivo, ma è arrivata, è venuta proprio qui, ed è proprio lei”.