Terremoto: soldi per tener su il campanile dirottati alla chiesa. Una famiglia distrutta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2016 - 10:28 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto: soldi per tener su il campanile dirottati alla chiesa. Una famiglia distrutta

Terremoto: soldi per tener su il campanile dirottati alla chiesa. Una famiglia distrutta

ROMA – Terremoto: soldi per tener su il campanile dirottati alla chiesa. Una famiglia distrutta. Sotto il campanile di Accumoli, venuto giù con il terremoto, è rimasta sepolta l’intera famiglia Tuccio, papà, mamma e due figli piccoli. Per la ristrutturazione in chiave anti-sismica, il campanile di Accumoli, già gravemente danneggiato con il sisma del 1997, fu stanziato un finanziamento di 125mila euro che, si è scoperto, è stato dirottato alla chiesa. Non lavori di consolidamento, ma migliorie estetiche, non la sostanza ma la facciata.

La pratica viene avviata nel 2004 ma dopo alcuni controlli si decide di procedere a semplici «migliorie». Anche perché lo stanziamento è minimo, nonostante le verifiche effettuate abbiano reso evidente la necessità di provvedere in maniera strutturale. Proprio perché si trattava di lavori collegati al sisma, la gestione viene affidata a commissari (i governatori del Lazio) e subcommissari della Provincia, ossia Luigi Ciaramelletti e Fabio Melilli. Furono loro i committenti, mentre l’esecuzione fu affidata ai costruttori Cricchi, i più gettonati della zona, autori anche del rifacimento della scuola Romolo Capranica di Amatrice. (Ilaria Sacchettoni e Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera)

Sui troppi crolli che hanno provocato un numero insostenibile di vittime, indagano la procura di Rieti e la Corte dei Conti delle Marche. Si sospettano omissioni, errori, abusi. Lavori fatti male o deficit di controllo delle aree da tenere d’occhio che, se non sono un “peccato mortale” come sostiene il parroco di Accumoli, sono reati anche gravi. Come nell’altro caso riferito dal Corriere, quello del centralinista dei vigili del fuoco Stanislao Acciarri, fratello dell’assessore regionale Pd cui fu assegnato il monitoraggio della sicurezza e della stabilità di otto ospedali e che, sostiene la Corte dei Conti, non è mai avvenuto nonostante l’erogazione dei fondi.