Traffico di immigrati: un business da 26 milioni

Pubblicato il 12 Aprile 2011 - 10:11 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Stiamo guardando ai barconi, ma sottovalutiamo il problema dei problemi. Gli sbarchi sono soprattutto un business che per le organizzazioni criminali è secondo solo a quello della droga”: a sottolineare il problema legato agli sbarchi numerosi di questi giorni sulle coste italiane è Francesco Rutelli, leader dell’Api ed ex presidente del Copasir.

“Il governo deve essere disponibile ad assumere la leadership di un’operazione umanitaria su vasta scala e deve impegnarsi per ottenere l’attivazione di una operazione di polizia internazionale”, dice Rutelli al Corriere della Sera, annunciando una mozione del Terzo Polo al Senato.

Il leader di Alleanza per l’Italia cita una relazione del Copasir del 2009, ancora inedita, secondo la quale sarebbero circa un milione gli esseri umani vittime del traffico ogni anno nel mondo, 500 mila solo in Europa. Dodici milioni e 300mila  persone sono sottoposte a sfruttamento lavorativo e sessuale. L’80% di loro, scrive Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera, è costituito da donne e ragazze, più della metà minorenni.

Per avere un’idea dei guadagni degli scafisti basti pensare che il viaggio per Lampedusa costa normalmente sui 1300 euro, ma in queste settimane è arrivato a 4mila euro. Proprio questi mesi di rivolte e emigrazioni avrebbero portato nelle tasche degli scafisti circa 26 milioni di euro.

Secondo il National Intelligence Council il traffico di esseri umani fa entrare nelle casse della criminalità tra i 7 e i 13 miliardi di dollari.

Le rotte sono ben definite: dall’Egitto si diramano tre direttrici, due nel deserto verso la Libia, e una, quella proveniente da Sri Lanka, Bangladesh e Corno d’Africa, via mare.

Dalla Libia, poi, gli immigrati dall’Africa subsahariana partono da cinque aree della Tripolitania. Attraverso il Marocco transitano africani nord-occidentali e centrali diretti in Europa. Dall’Algeria molti sbarcano direttamente in Sardegna. La Tunisia è da sempre tappa intermedia per immigrati provenienti da Niger, Ciad, Ghana, Liberia, Mali, Sierra Leone, dall’Algeria, dal Marocco, dall’Iraq, dalla Palestina e dallo Sri Lanka.