Vigili Roma, scuse forzate ancora ancora. Ma obbligo apprezzamento è…

di Lucio Fero
Pubblicato il 21 Dicembre 2017 - 14:39 OLTRE 6 MESI FA
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La gogna pubblica dei vigili di Roma (foto da video YouTube)

ROMA – Vigili Roma. Vigili Urbani della Capitale che sulle auto e divise e intestazioni varie portano la dicitura un po’ pomposa di Roma Capitale (ma questa pomposità, ad onor del vero, non l’hanno voluta loro). Vigli Urbani di Roma che con l’avallo di qualcuno al Campidoglio (o hanno fatto tutto da soli?) hanno deciso di mostrare che loro sono i più tosti della penisola.

C’è infatti nella penisola chiamata Italia una legge, un dispositivo di legge che offre una via d’uscita a chi finisce giustamente sotto processo per oltraggio appunto ai Vigili Urbani. Per non andare a lunghi e in fondo inutili processi, a chi si è reso colpevole di offesa e oltraggio al Vigile si chiede di pagare un qualche centinaio di euro (mediamente duecento) sotto forma di risarcimento danni e di scrivere una lettera di scuse. Si eroga pena, si incassa scuse scritte e la si finisce lì.

Ma a Roma no, a Roma da un anno vige una regola più tosta. Le scuse non devono essere scritte e inviate per lettera. No, devono essere recitate le scuse in un video (l’ispirazione l’hanno avuta dei video dove i sequestratori di ogni natura fanno recitare ai sequestrati la conversione alle idee dei sequestratori? Non crediamo ma sembra, eccome se sembra). E se non da lì, da dove, da quale concezione del diritto i Vigili Urbani di Roma hanno tratto questa interpretazione elettronica della pubblica abiura? Della legge del taglione?

Come che sia le scuse devono essere recitate in video, restare su Youtube un certo  numero di giorni e comunque una volta immesse in Rete ognuno può recuperare il video quando vuole. Chiaro è la differenza tra il video e la lettera di scuse. La lettera è privata, il video è social. La lettera scusa, il video (si perdoni il termine crudo ma quella e non altra è l’intenzione e funzione) sputtana.

Mette molta tristezza la sequenza dei video di scuse forzate disponibile in Rete. Una miscela di grottesco, comico, penoso. Gente che si umilia a comando. Chi a denti stretti, chi con rassegnazione. Comunque le scuse forzate via video ancora ancora…Non sono un’idea condivisibile, sono, come è stato detto, una gogna. Appaiono proprio come un’esagerata applicazione della legge che impone scuse e non video. Ma, insomma, ancora ancora…Gli obbligato a scusarsi sono pur sempre cittadini che hanno insultato Vigili.

Ma non finisce qui, i Vigili Urbani di Roma esigono altro, esigono, impongono obbligano a che il video contenga non solo le scuse, spesso dovute video a parte. Impongono, obbligano a recitare “apprezzamento” (proprio questa è la parola) per il lavoro quotidiano dei Vigili stessi.

Ora “apprezzare” il lavoro dei Vigili non può in alcun modo essere un contrappasso per averli offesi. Chiedere questo è chiedere non riparazione ma genuflessione. E poi, con tutto il rispetto per i Vigili, ma anche con tutto il rispetto dovuto alla realtà, apprezzare il lavoro quotidiano dei Vigili Urbani a Roma? Apprezzare il sostanziale e di lunga data abbandono del traffico a se stesso? Apprezzare il “non mi compete” che quasi sempre viene praticato nel reale lavoro quotidiano? Apprezzare l’appalto di fatto, l’usucapione delle strade, vie, piazze, marciapiedi di Roma a chi se li piglia? Siano essi ambulanti, mendicanti, ristoratori, parcheggiatori, moto, auto, furgoni, tavolini, bancarelle…a Roma ognuno si piglia quel che gli pare.

Apprezzare? Essere obbligati ad apprezzare tutto questo? Risarcire dell’offesa certo. Ma essere obbligati ad apprezzare è offesa almeno alla realtà quotidiana della città. Al minimo i Vigili Urbani di Roma hanno violato un piccolo grande articolo del codice della convivenza civile, quello che recita chi si loda s’imbroda.