I cinesi studiano la nostra sanità: sarà il modello per una maxi riforma

Pubblicato il 9 Maggio 2011 - 18:58 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sbarca in Italia la delegazione cinese formata da medici, infermieri, tecnici e manager sanitari per studiare il nostro sistema sanitario nazionale. Sotto la lente d'ingrandimento finiranno in particolare i meccanismi che regolano nel nostro Paese i rapporti tra Stato (o più propriamente le Regioni) e strutture sanitarie private convenzionate. Un sistema "misto" verso il quale sembra orientarsi ora anche il colosso cinese, alle prese con una faraonica riforma sanitaria. Il programma China-Italy-Shaanxi Vacational Training Programme è un progetto di formazione, frutto della cooperazione tra governo cinese e italiano per lo sviluppo economico e sociale. Vedrà impegnati da un lato l'Istituto Superiore di Sanità, l'Università Campus Bio-Medico di Roma e l'Associazione Centro ELIS (che promuove attività formative e di solidarietà sociale), dall'altro manager e personale sanitario della Xi'an Medical University e del Provincial People's Hospital. Dopo decenni di assenza dello Stato dalla sanità la Cina ha deciso che per accelerare la propria corsa verso lo sviluppo aveva bisogno di un sistema di welfare sanitario più efficiente di quello assicurativo privato, paradossale in un Paese che si autodefinisce comunista. Parte così il colossale Piano "Cina in salute 2020", che punta tra l'altro a integrare la medicina Tradizionale con quella Occidentale e che sembra in questi mesi virare sempre più verso un sistema "misto" pubblico-privato. In campo ci sono ben 100 miliardi di euro, ai quali il governo di Pechino ne ha aggiunti altrettanti per accelerare la riforma nel triennio 2009-2011. Uno sforzo che dovrebbe contribuire a risolvere l'enorme varietà di problemi medici, dalla salvaguardia della salute di 300 milioni di fumatori, di 177mila ipertesi e centinaia di migliaia di malati di AIDS. .