SOSTIENI IL 2011 DI BYOBLU.COM

Pubblicato il 24 Dicembre 2010 - 00:39 OLTRE 6 MESI FA

Cari amici,

l’informazione libera è tale non perché non abbia idee forti, ma perché può cambiarle senza doversi preoccupare di perdere investimenti pubblicitari o, peggio ancora, di dover rendere conto a un editore. Un informatore non é libero quando non ha le idee chiare, ma quando le idee sono le sue.

 Rivendicare il proprio diritto a cambiare idea, tuttavia, costa. Il prezzo è l’isolamento, un continuo stato di emergenza finanziaria, la solitudine professionale e il restringimento delle opportunità di carriera in qualsiasi altro settore lavorativo, perché è bene sapere che nel momento in cui ci si spende, le porte si chiudono.

 Per fortuna si guadagna anche tanto: si cresce in termini di ricchezza umana grazie al confronto continuo con migliaia di persone, si studia di continuo, imparando molto dagli articoli e dagli approfondimenti cui si ha il privilegio di potersi dedicare, ma il premio più grande è senza ombra di dubbio la conquista della libertà.

 I momenti di sconforto sono all’ordine del giorno, ma se guardo ai risultati raggiunti dal blog in questi tre anni di duro lavoro personale, non posso che esserne soddisfatto. Solo nel 2010, e l’anno non è ancora finito, ho pubblicato 336 post, ho realizzato più di 111 video – escluse le dirette – per un totale di oltre 24 ore di programmazione ininterrotta, che dal 1° gennaio al 22 dicembre sono stati visti 1 milione 719 mila 203 volte! In poco meno di 12 mesi il blog ha servito oltre 3 milioni di letture a 1 milione di persone, di cui quasi la metà non sono stati visitatori casuali ma hanno navigato su queste pagine cercando byoblu.com di proposito. E non è retorica dire che proprio voi byobluers, con la vostra partecipazione assidua e appassionata, avete precisato, approfondito, rifinito e in qualche caso anche rettificato le informazioni pubblicate su queste pagine, scrivendo oltre 8 mila 600 commenti, cui devono aggiungersi i 12 mila 526 lasciati su YouTube e le migliaia che quotidianamente apponete sulla pagina pubblica di Facebook. Grazie a voi, la rete sociale costruita dal blog può ora contare su alcune migliaia di iscritti alla newsletter, su quasi 10 mila abbonati al canale YouTube e su circa 20 mila amici, tra la pagina pubblica e i due profili personali, che ogni giorno condividono gli articoli con il loro network di amici, colleghi e conoscenti, portando byoblu.com ad essere il 5° blog di politica italiano per importanza [fonte Wikio al 23/12/2010].

 Insieme, io e voi, abbiamo superato momenti critici, come è accaduto a maggio e a luglio. E’ stato possibile grazie al contributo di pochissimi generosi sostenitori – semplici cittadini completamente scollegati da qualsiasi movimento politico – che hanno voluto rimanere anonimi e che mi hanno permesso non certo di risolvere, ma perlomeno di continuare a indebitarmi per sostenere le attività del blog il quale,  vale la pena ricordarlo, essendo un videoblog che realizza servizi su tutto il territorio con cadenza media giornaliera, necessita di costose attrezzature e di cospicui budget per gli spostamenti, a cui si devono aggiungere il costo dei servizi e soprattutto il costo della vita, che non può essere sostenuto dall’esercizio di un’attività lavorativa parallela perché, senza una redazione, la ricerca, la realizzazione e la pubblicazione dei contenuti è una sfida che una persona sola non può che affrontare dedicandovi un’attenzione continua, spasmodica ed esclusiva.

 Ogni tanto qualcuno si chiede, con sincero interesse o a titolo di mera provocazione, chi me lo faccia fare. La risposta è semplice: voi, le vostre lettere, le vostre richieste, il vostro sorprendente bisogno di ritrovarsi insieme per discutere, per capire, per sapere, e quell’eterno insopprimibile bisogno di non sentirsi soli, di sapere che altri condividono le stesse domande, le stesse paure, gli stessi sogni. Un blog, a differenza di un giornale, è un luogo dove sentirsi unici, dove percepire il valore delle cose, dove coltivare un rapporto umano e tornare a credere nelle persone, in qualcosa che si può toccare, in un progetto che si può coltivare e contribuire a far crescere, perfino ostacolare se lo si desidera. E di progetti, il blog, ne ha seguiti tanti.

 Primo fra tutti il terremoto, che queste pagine hanno contribuito a comprendere meglio, gettando nuova luce sulle indagini della Procura, esprimendo alcune delle prime voci fuori dal coro di autocompiacimento mediatico, producendo un documentario di 4 ore sulla prevedibilità dei terremoti che oltre 700 persone si sono fatte spedire a casa, apprezzandone il grado di approfondimento e l’equilibrio con il quale le diverse scuole di pensiero sono state trattate e messe a confronto, qualità riconosciute dagli stessi ricercatori dell’INGV.

 Poi la strenua battaglia in difesa della rete, con decine di interviste; con i flash-mob organizzati a Roma davanti all’ambasciata americana insieme a Enzo Di Frenna, che spingevano David Thorne, in un cablogramma inviato a Obama, a sostenere che quello italiano è un governo anti-internet; con l’impegno alla stesura di un emendamento che scongiurasse i danni incalcolabili che sarebbero stati inflitti dall’approvazione del Diritto di Rettifica alla rete; con il tour di Libero Web in Libero Stato, organizzato nelle principali città per parlare di rete tra la gente e con la gente. E poi ancora l’appello contro il Decreto Pisanu, gli approfondimenti sul Wi-Fi, la lotta continua contro tutte le leggi ammazza-internet, la difesa dei diritti di cittadinanza digitali dalla vessazione dei grossi social network e Dio solo sa cos’altro sto dimenticando.

 Il blog ha inoltre sostenuto con convinzione la causa ambientalista, producendo e distribuendo guide di successo alla costruzione di un impianto fotovoltaico autonomo, con documentari informativi sul nucleare, con la difesa non meno importante delle piccole realtà di eccellenza locali come lo stagno di Spinetoli ribattezzato lo stagno delle Meraviglie, con interviste internazionali esclusive come quella a Mathis Wackernagel del Global Footprint Network (ripresa anche da siti internazionali). Ma l’elenco potrebbe proseguire se per dovere di sintesi non fosse meglio passare all’impegno nei confronti dei diritti umani: dalle richieste di una madre che chiede una degna sepoltura per suo figlio alle disperata istanze di 3 ragazzi di colore in cima a una torre, dimenticati da tutti, passando per il sostegno alla battaglia di Frediano Manzi contro l’usura, che anche grazie alle telecamere del blog è entrata nell’agenda politica del Parlamento; dalle interviste a caldo realizzate in diretta dai cortei degli aquilani a Roma alle testimonianze raccolte dai passeggeri della Flottilla che venivano assaltati in acque internazionali dalle navi militari israeliane, senza tralasciare le decine di interviste e di approfondimenti realizzati per sensibilizzare i cittadini sul tema della mafia, come gli incontri con Giulio Cavalli, Loris Mazzetti, Letizia Battaglia, Peter Gomez e tanti altri ancora…

 Mi fermo qui per non diventare enciclopedico, ma mi preme sottolineare che molti sono i servizi e le inchieste in cantiere, magari da mesi, che non ho potuto realizzare per mancanza fisica di tempo, tra cui un lungo documentario sulla situazione della Val Susa e sulla lotta dei valsusini contro un’opera, la TAV, giudicata dispendiosa e inutile, il quale che attende il montaggio video da oltre un anno; o ancora come un esclusivo reportage realizzato nel luogo dell’esplosione del treno merci, a Viareggio, che attende di vedere la luce da quest’estate, e ancora come una lunga e approfondita inchiesta a un super-esperto europeo che smonta la teoria dell’incidente aereo sostenuta dai media e dai governi per quanto riguarda il disastro di Smolensk, per il quale il blog aveva già realizzato un documentario che spiegava come la decapitazione dell’élite polacca avvenuto nello scorso marzo richiamasse sinistramente quanto accaduto 60 anni prima, durante la seconda guerra mondiale, con il cosiddetto massacro di Katyn.

 Colgo l’occasione per scusarmi con i protagonisti degli interventi ancora da pubblicare, e voglio rassicurarli che non ho abbandonato il progetto e che presto le loro storie vedranno la luce.

 E colgo l’occasione per complimentarmi con voi, lettori del blog, per avermi sostenuto nella continua ricerca di qualcosa che assomigli il più possibile alla verità: insieme, abbiamo conferito un premio agli aquilani: il XXXI Premio Ischia internazionale del Giornalismo, categoria Social Network 2010, che ho vinto nello scorso luglio ma che ho sentito di dover attribuire ai protagonisti della tragedia abruzzese, perché le storie che sono state premiate erano le loro, così come loro era il dolore di avere perso ogni cosa. Quando ho portato la targa a Poggio Picenze, il 18 luglio 2010, la sala ha tributato un lungo applauso che da solo valeva cento, mille premi. Un emozione che non scorderò mai.

 Ma i progetti non sono solo quelli passati: sono anche e soprattutto quelli futuri.

 Innanzitutto partiamo dal blog. Ringrazio i ragazzi che hanno messo a punto la versione attuale, Mauro, Orazio e Antonio: la piattaforma ha svolto egregiamente il suo dovere ed ha segnato un grande passo avanti nella professionalità e nella potenzialità della comunicazione. Sfortunatamente, gli impegni di lavoro pressanti hanno impedito loro di seguirlo nel tempo come avrebbero desiderato fare, e così la piattaforma non si è evoluta. Soprattutto, ultimamente non vengono più inviate le email automatiche di approvazione dei commenti o le email di conferma dopo l’iscrizione al blog o alla newsletter. E neppure posso ricevere i vostri messaggi e le vostre segnalazioni effettuate dal modulo commenti.

 Per questi motivi, e per realizzare i propositi che ho in animo per il nuovo anno, ringrazio fin da subito una piccola squadra di operosi e volenterosi cittadini che da qualche mese, passin passetto, nei ritagli di tempo sta mettendo a punto la nuova versione di byoblu.com, interamente open source e ospitata su server sicuri fuori dai confini italiani. Sono Luigi Quintavalle, Roberto Luttino e Giancarlo Niccolai. Se fra di voi c’è qualche altro eroe che abbia maturato una significativa esperienza nel mondo delle piattaforme di blogging open source e vuole metterla a disposizione, il team ringrazia fin da ora (potete scrivere a byoblu[chiocciola]gmail.com).

 In secondo luogo, grazie alla nuova strumentazione che Babbo Natale ha portato in dono al blog (vedremo più avanti di cosa si tratti e di chi sia veramente Babbo Natale), il 2011 sarà l’anno delle inchieste e dei mini-documentari, realizzati sulla base delle vostre indicazioni e da voi eventualmente prodotti.

 Ma la novità più importante è sul fronte della sfida al Decreto Romani. Con il nuovo anno partirà un nuovo canale televisivo, visibile in alta definizione sia sul web senza problemi di banda – che sul televisore di casa grazie ad uno speciale decoder che unisce il digitale terrestre e le web-tv in un’unica interfaccia semplice e veloce da navigare. Si occuperà di informazione libera, rilancerà i contenuti del blog e di altre fonti selezionate e proporrà programmi di approfondimento, dibattiti, dirette su temi ed eventi di attualità e realizzerà tutto quello che ancora una volta insieme, io e voi, sapremo inventarci per allargare l’influenza delle nostre argomentazioni e crescere sotto l’aspetto della comunicazione.

 Può diventare un’esperienza meravigliosa, un ulteriore passo avanti verso il cambiamento, ma per realizzarlo compiutamente serve il vostro sostegno. Servono attrezzature, servono cittadini digitali consapevoli ed informati, in grado di collaborare sui contenuti, ma servono anche editori che vogliano detenere quote simboliche del nuovo canale digitale, aiutando il futuro a diventare più velocemente presente.

 Fino a quando non avrà raggiunto numeri sufficienti a diventare appetibile per inserzionisti accuratamente selezionati, il canale (di cui non vi svelo ancora il nome) vivrà grazie ai vostri contributi e agli sforzi di chi vi parteciperà con entusiasmo e spirito di sacrificio.

 Ogni mese, i nomi degli editori 2.0 che avranno permesso alle trasmissioni di andare in onda sarà pubblicato in un apposito spazio e le loro storie e i loro volti, se lo vorranno, saranno raccontate all’interno del palinsesto.

 Per chi desiderasse accreditarsi tra i primi sostenitori del progetto, è possibile effettuare una donazione libera fino al 12 gennaio, scegliendo tra i modi messi usualmente a disposizione dal blog.

 Chi invece non fosse interessato ma volesse comunque riconoscere al blog l’enorme impegno profuso nel 2010, e aiutarlo a profonderne uno ancora maggiore per il 2011, può allo stesso modo effettuare una donazione libera. Sarà il suo regalo di Natale a chi ogni giorno combatte la guerra che lui non può o non sa combattere, oppure che già lo impegna su altri fronti.

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 Nel frattempo, un cittadino particolarmente sensibile e generoso ha scelto di dare l’esempio e di finanziare l’informazione libera mettendo a disposizione la considerevole somma di 10 mila euro. Sebbene sostenere il blog e sostenere le spese personali di chi il blog lo fa tutti i giorni, rinunciando per questo a uno stipendio, nella realtà siano sinonimi, ho tuttavia preferito investire questa cifra in attrezzature necessarie per crescere e che non mi sarei mai potuto permettere di acquistare.

 Prima di svelarvi quali, ho chiesto a Roberto, che vuole mantenere un rigoroso anonimato, il permesso di pubblicare la sua lettera, perché voglio condividere con voi, nel giorno della vigilia di Natale, la gioia e la speranza che scaturiscono dalla consapevolezza che in questo paese, nonostante tutto, esistano ancora persone come lui, e forse le incontriamo tutti i giorni, andando a fare la spesa, senza neppure rendercene conto.

 Caro Claudio,

  per i più, la mia storia sembrerà estremamente banale: una persona colpita da una grave malattia che comunque, in qualche modo, si è ripresa ed ha perfino ricominciato a lavorare. Fine della storia. Per me no: è l’inizio di una seconda vita.

  Nel gennaio del 1997 subisco una devastante ischemia cerebrale, nella regione del cervelletto (da entrambe le parti). Nella letteratura medica, se sopravvivi al coma oltre 72 ore sei salvo, ma non si sa con quali handicap ti ritrovi. Tempo dopo, ho saputo che i dottori mi davano per spacciato, e che se mi fossi salvato sarei rimasto un vegetale. La “fortuna” ha voluto che la mia ischemia si fermasse al cervelletto, lasciando intatte tutte le altre facoltà mentali, pur compromettendo irrimediabilmente le attività motorie, compreso il linguaggio.

  Superato il primo momento di shock (è come se ti colpisse un fulmine e ti lasciasse tramortito a terra) ho cominciato un lungo e doloroso percorso di riabilitazione. Ho passato mesi su una sedia a rotelle, quasi immobile, davanti ad una finestra, ma con la mente ho dovuto rivedere tutta la mia vita, quella già trascorsa e quella che avrei dovuto affrontare da quel momento in poi, con tutte le mie menomazioni. Ti posso garantire che a 35 anni (dopo solo 7 mesi di matrimonio) è dura!

  Talmente dura, che spesso ho pensato fosse impossibile, che non avrei avuto più una “vita”. Devo dire che in tutto questo è stato determinante l’affetto dei miei cari, in primo luogo di mia moglie che inizialmente si è buttata a capofitto nella tragedia (sicuramente in modo “incosciente”), arrivando dopo qualche anno a darmi la gioia di diventare padre, episodio che mi ha restituito alla vita. Ora “dovevo” migliorare, dovevo “farcela”. Per continuare a lottare, avevo finalmente, e ancora ho, uno stimolo incommensurabile.

  In seguito, tutto il resto è avvenuto quasi automaticamente. La maggior parte dei tecnici con i quali collaboravo hanno atteso la mia ripresa lavorativa: persone che avevano apprezzato il mio lavoro nel passato e che quindi hanno voluto che la mia collaborazione con loro continuasse, incuranti delle mie menomazioni motorie.

  Oggi mi sento una specie di “miracolato”, tanto che non posso non dividere questo “miracolo” con gli altri. Sostengo l’Unicef, Save the Children, ho adottato una bambina a distanza, in Perù. Ma non mi sembrava abbastanza.

  Però devo anche fare i conti con le mie sostanze. E’ tanto tempo che penso al modo di reperire risorse, senza far mancare qualcosa alla mia famiglia, e a come veicolarle. Sai, le donazioni a enti assistenziali, genericamente non servono a granché. Soprattutto in questa Italia, che dovrebbe garantire a questi stessi enti il sostegno…

  Ecco, appunto, l’Italia. Un Paese che sta vivendo un periodo storico drammatico, peggiore  di quello prefascista. In quello c’erano le spinte socialiste, i lavoratori lottavano per ottenere delle condizioni dignitose (se vogliamo semplificare, il fascismo servì proprio ad arginare quelle spinte). Ma quello in cui viviamo oggi, impressiona! E’ come se il benessere economico (virtuale, perché ci costa circa  30 mila euro di debito pubblico a testa, vecchi e neonati compresi) avesse narcotizzato una parte di questo Paese (maggioritaria) non più disposta a reagire, anzi al contrario: disposta a difendere i propri aguzzini. Oltre tutto un benessere economico raggiunto con la logica dei condoni, che ha notevolmente spostato il limite della percezione della legalità, tanto che le varie mafie governano l’economia nella più totale libertà. La politica dominante ormai è la rappresentazione della mafiosità, logica che ha trasformato l’Italia da museo a cielo aperto a discarica a cielo aperto. Tutto questo in meno di cinquant’anni, tanto che mi chiedo se, andando avanti di questo passo, fra altri cinquant’anni saremo ancora qua a discutere. Un paese allo sbando, dove nessuno, salvo pochi uomini liberi, riesce a trovare la forza di reagire.

  Uomini liberi come Marco Travaglio, Beppe Grillo, Michele Santoro, Daniele Luttazzi, Sabina Guzzanti, ecc. ma soprattutto (per me) Claudio Messora, che con le sue parole è quello che più mi rappresenta.

  Ti seguo da parecchio tempo, apprezzo molto il tuo lavoro, le tue denunce, i tuoi pensieri, tanto che mi sono detto: “contribuire a diffondere la libera informazione: questo è quello che devo fare! Ma come, se non ne ho le capacità?”.

  Poi quel tuo post illuminante: chi non può o non sa fare, può almeno dare.

  E’ lì che è nata l’idea: vendere un bene inutilizzato ed inutilizzabile (la casetta in Umbria inagibile poiché terremotata), senza togliere nulla al bilancio familiare. Non so quanto servirà questo gesto, però soddisfa pienamente due mie esigenze: garantire il mio impegno a mia figlia (non importa se risulterà inefficace, io avrò fatto il possibile) e gratificare pienamente il mio spirito di condivisione.

  Roberto P.

 Roberto ha acquistato per il blog una videocamera Sony PMW-EX1R, due radiomicrofoni Sennheiser, l’EW 135-p G3 (il classico gelato) e l’EW 122-p G3 (quello a cravatta), batterie, un microfono direzionale e un faretto, entrambi da montare sulla videocamera, uno zaino, un cavalletto professionale e una scheda di memoria aggiuntiva da 32 Gb. Per evitare qualsiasi ombra sull’utilizzo reale della donazione, anche se Roberto avrebbe indifferentemente contribuito alla mia sussistenza personale, ho chiesto che la somma venisse interamente accreditata sul conto corrente bancario del negoziante.

 A nome mio, e credo di non sbagliarmi se parlo anche a nome di quel milione di persone che nel 2010 sono passate almeno una volta dal blog, non posso che dirti: grazie Roberto. Se il 2011 vedrà la realizzazione di lavori più professionali, gran parte del merito sarà stato tuo.

 E ora a voi: se credete nei progetti che potremmo sviluppare insieme, allora coraggio: questo è il momento di darmi una mano.

 Da Byoblu.Com, un sereno Natale a tutti. Ma il giorno di Santo Stefano vi voglio incazzati più di prima.

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Leggi l’articolo originale su: ByoBlu – Il video blog di Claudio Messora